A lanciare l'allarme l'Anbi, l'Associazione nazionale dei consprzi di bonifica, dopo aver letto l'ultimo dato registrato nel 2018 della temperatura media: +3 gradi, rispetto alla media degli ultimi 40 anni
L'Università di Sassari e l'Associazione nazionale dei concorsi di bonifica lanciano l'allarme sui rischi di desertificazione in Sardegna. Preoccupa l'aumento della temperatura media registrato nel 2018: +3 gradi, rispetto alla media degli ultimi 40 anni.
Temperatura, 3 gradi in più rispetto agli ultimi 40 anni
Il professore Pier Paolo Roggero - docente ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee all'Università di Sassari - lancia l'allarme: "la temperatura media sta aumentando, l'anno scorso di 3 gradi in più rispetto ala media degli ultimi 40 anni", ha riferito al convegno 'Cambiamenti climatici e agricoltura resiliente', promosso da Coldiretti Oristano ad Arboera (Oristano). Aggiungendo: "Aumenta la presenza di alcuni gas, in particolare dell'anidride carbonica che cresce in modo inedito: oggi abbiamo un dato mai visto prima". "Il nuovo clima", ha spiegato il professore, "cambia l'agricoltura: la quantità, le perdite, le spese. In generale, ci sono maggiori costi o minori ricavi". E lancia un avvertimento all'industria: "Ogni settore e ogni territorio avrà effetti diversi. Oggi sono pochissime le aziende che ancora non hanno fatto nulla per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ma occorre farlo in maniera strategico e sinergico, mettendo insieme le competenze scientifiche con le esperienze delle aziende e programmare insieme alla politica".
Per la Sardegna rischio desertificazione?
Ad alzare l'asticella rossa è Massimo Gargano, direttore nazionale dell'Anbi, l'Associazione nazionale dei concorsi di bonifica: "La Sardegna è tra le regioni a rischio desertificazione, per questo è necessaria una sfida infrastrutturale. Per esempio, di tutta l'acqua che cade raccogliamo solo l'11%. Così come bisogna pensare ad un consumo del suolo intelligente: in questa regione assistiamo ad uno spopolamento e abbandono delle zone interne, con conseguente spostamento e pressione nelle coste".