È la Giornata Mondiale dell'elefante, in Africa solo 415mila esemplari

Ambiente
Due esemplari di elefanti asiatici (archivio Getty Images)

La ricorrenza, istituita nel 2012 dalla regista Patricia Sims e dalla Elephant Reintroduction Foundatio,  viene celebrata ogni anno per mantenere vivo il dibattito sulle minacce globali che mettono a rischio la sua sopravvivenza

Il 12 agosto si celebra la Giornata mondiale dell'Elefante. L'evento internazionale è stato istituito nel 2012 dalla regista Patricia Sims e dalla Elephant Reintroduction Foundation, organizzazione no-profit thailandese che, tra il 1998 e il 2012, ha salvato da morte sicura 84 elefanti.

La Giornata mondiale dell'Elefante

L'obiettivo dell'evento è quello di celebrare uno degli animali più amati del mondo, e di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sulle tante minacce che mettono a repentaglio la sopravvivenza degli elefanti asiatici e africani: l'escalation del bracconaggio, la perdita di spazi di habitat naturale, il conflitto tra l'uomo e la natura e i maltrattamenti degli esemplari in cattività sono solo alcune delle principali insidie per la specie.

In Africa rimangono solo 415mila elefanti

Secondo i dati del WWF, l'habitat degli elefanti africani è diminuito di oltre il 50% dal 1979 ad oggi, mentre gli elefanti asiatici possono usufruire di circa il 15% dei loro territori originari. L'organizzazione animalista ricorda che se alcune popolazioni di elefanti africani sono sicure e in espansione, principalmente nell'Africa meridionale, i numeri continuano a scendere in altre aree. Le più colpite sono – sostiene il WWF – quelle nell'Africa centrale e alcune dell'Africa orientale. Con una stima di 415mila elefanti rimasti nel continente, la specie è considerata vulnerabile. Più grave è la situazione degli elefanti asiatici, la cui popolazione è diminuita almeno del 50% nelle ultime tre generazioni ed è ancora in declino. Con un numero che varia tra i 40mila e i 50mila esemplari ancora in libertà, la specie è infatti classificata come in via di estinzione.

Trentamila esemplari uccisi ogni anno

Tra i tanti pericoli ai quali sono sottoposti gli elefanti, la minaccia più grande è rappresentata dai bracconieri. Le stime ufficiali degli specialisti, riprese in un'approfondita inchiesta della Bbc, sostengono che ogni anno in Africa gli elefanti uccisi per ottenere l'avorio delle zanne siano circa 30mila esemplari. Una vera e propria emergenza che lo scorso marzo ha convinto più di 30 paesi africani a inviare una lettera all'Unione europea per chiedere di fermare il mercato illegale dell'avorio. Nel 2017 l'Unione Europea aveva già vietato l'esportazione di avorio grezzo verso paesi asiatici ma, secondo molti critici, la regolamentazione sembra non avere intaccato la compravendita interna tra gli stati membri. Secondo le regole attuali vigenti in Ue, l'avorio antico può ancora essere esportato: escamotage che, dicono gli attivisti, viene usato dai contrabbandieri per mascherare il commercio di varietà recenti, acquisite in Asia. Passi in avanti notevoli sono però stati compiuti con la decisione della Cina, che dal 1° gennaio 2018 ha definitivamente proibito ogni genere di attività legata alla lavorazione e al commercio dell'avorio. Una mossa storica per la Repubblica Popolare che fino allo scorso anno ha rappresentato il mercato più grande del mondo: a questo era infatti destinato il 70% delle risorse mondiali di avorio.

Le azioni dei singoli

Sia il Wwf che gli organizzatori della Giornata Mondiale dell'Elefante concordano sulla necessità di una sensibilizzazione globale sul tema e di una presa di posizione da parte dei cittadini e degli stati volta a fermare il pericolo estinzione. Il Wwf, attivo in Asia e in Africa con programmi specifici volti a migliorare la protezione e la gestione degli elefanti, chiede un aiuto globale degli stati che passi dalle piccole azioni dei cittadini. L'organizzazione consiglia di non comprare prodotti di avorio per non foraggiare il commercio illegale e invita a servirsi soltanto di olio di palma sostenibile e certificato, realizzato da produttori che non distruggono gli habitat per creare piantagioni. Gli organizzatori della Giornata mondiale degli elefanti chiedono inoltre di avvicinarsi alla conoscenza di questi meravigliosi animali solo in ambienti sostenibili in cui gli elefanti possono prosperare sotto cura e protezione. La piattaforma, insieme alle sue 65 organizzazioni sostenitrici, chiede a tutti di partecipare alle centinaia di eventi organizzati per l'occasione e di sostenere le iniziative e le campagne che puntano a una migliore cura degli elefanti in cattività.

Il caso De Beers

Proprio il recupero dell'habitat è stata la causa sposata dal colosso dei diamanti De Beers che lo scorso 23 luglio ha fatto sapere di aver trasferito 200 elefanti dalla sua riserva privata in Sud Africa al vicino Mozambico, come parte di un più ampio programma nato per ripristinare, in quest'ultimo stato, le popolazioni di fauna selvatica devastate da 15 anni di guerra civile (terminata nel 1992). "Gli ecosistemi richiedono una gamma di fauna e flora per rimanere in equilibrio: se si rimuove una specie, come l'elefante, ciò ha un effetto a catena sull'intero sistema", ha affermato Werner Myburgh, amministratore delegato della Peace Parks Foundation (PPF) che ha condotto l'operazione finanziata da De Beers con 500mila dollari. "La reintroduzione di elefanti in Mozambico – ha aggiunto Myburgh - ci farà fare un passo in avanti verso il raggiungimento del nostro sogno di ripristinare il paesaggio".

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