Attivista attraverserà l'oceano a nuoto contro l'inquinamento
AmbienteBen Lecomte spera di compiere la traversata dal Giappone a San Francisco in 180 giorni. Lo scopo: aumentare la consapevolezza sull'inquinamento da plastica LO SPECIALE
L'attivista Ben Lecomte nuoterà attraverso il Great Pacific garbage Patch. Il viaggio durerà sei mesi e punta ad attraversare i 1.600 km di estensione della chiazza composta da microplastiche e rifiuti che soffoca l'oceano Pacifico. L'obiettivo: contribuire a una maggiore consapevolezza dell'opinione pubblica sull'inquinamento da plastica nel mondo.
L'impresa di Lecomte
Come riporta il Guardian, Lecomte ha lasciato questa mattina Choshi in Giappone. Nuoterà fino a San Francisco in 180 giorni, coprendo una distanza di 8.000 km. In questa distanza attraverserà anche i 1.600 km del Great Pacific garbage patch, un ammasso di microplastiche e rifiuti che ricopre l'Oceano Pacifico per un'estensione pari a due volte la Francia. L'attivista francese non è nuovo a queste imprese. Nel 1998 aveva attraversato l'Oceano Atlantico e, come ha scritto in un suo post su Instagram, si era detto "mai più". "Ma non ci è voluto molto perché la mia mente iniziasse a pensare alla prossima avventura - scrive sui social Lecomte - e più di sei anni fa ho iniziato a programmare la mia nuotata nell'Oceano Pacifico".
L'organizzazione della spedizione
Sei anni dopo Lecomte è pronto a intraprendere il suo viaggio. Il lavoro di preparazione è stato complesso e ha spinto l'intero team dell'attivista a "forzare i propri limiti". L'intero team e lo stesso nuotatore sono dotati di tracker gps, in modo da poter essere rintracciati oppure fermarsi per poi riprendere dal punto in cui si è interrotta la nuotata. Il piano di Lecomte è di nuotare per 8 ore al giorno, pari a 50 km al giorno. Sfrutterà le correnti oceaniche per andare più veloce e indosserà un braccialetto che rilascerà repellente per gli squali. Secondo il nuotatore francese, la più grande difficoltà dell'impresa sta nella mente. "Qualche volta è difficile farlo: quando hai sete, sonno o hai dolori, saltare in acqua e rimanerci per otto ore quando fa freddo", ha spiegato.
L'obiettivo
Il team preleverà e analizzerà ogni giorno i campioni d'acqua in cui Lecomte si immergerà, valutando anche il livello di inquinamento da plastica presente. Le stesse analisi verranno svolte anche sul pesce pescato lungo il tragitto. L'operazione cercherà di sfatare anche un mito attorno al Great Pacific garbage patch: non è infatti composto solo da rifiuti solidi, grandi pezzi di plastica, ma anche da microplastiche. "È come se ci fosse uno smog di plastica che attraversa l'oceano", ha spiegato all'Abc.
Cos'è il Great Pacific Garbage Patch
Noto anche come Pacific Trash Vortex, il Great Pacific Garbage Patch è un enorme accumulo di detriti marini creatosi nell'Oceano Pacifico settentrionale. Questo ammasso ricopre la superficie marina dalle coste occidentali del Nord America al Giappone. Secondo le stime dello scorso marzo sarebbe composto da 80.000 tonnellate di plastica. Il Great Pacific Garbage Patch si è formato nella North Pacific Subtropical Convergence Zone, un'area ad alcune centinaia di chilometri a nord delle Hawai. Qui si incontrano le acque calde del Sud del Pacifico e quelle fredde del Circolo Polare Artico. Le correnti spostano i detriti e li fanno convergere tra loro. L'azione del Vortice Subtropicale del Nord Pacifico (o North Pacific Subtropical Gyre, grande corrente oceanica a forma di vortice) tiene insieme i detriti. I rifiuti che lo compongono sono per lo più non biodegradabili.