Sky Ocean Rescue, borse di studio contro la plastica: i tre vincitori

Ambiente
Le tre ragazze premiate con la borsa di ricerca

I nomi presentati oggi al National Geographic Festival delle Scienze di Roma. Sky e National Geographic collaboreranno per lanciare borse di studio ed eventi con l’obiettivo di eliminare l’inquinamento marino. SPECIALE UN MARE DA SALVARE 

Unire le forze per eliminare del tutto l’impatto distruttivo dei rifiuti da plastica nei mari del mondo. È questo l'obiettivo di Sky e National Geographic, che hanno annunciato oggi una collaborazione che prevede anche, da parte dell'istituzione scientifica, un sostegno alle attività del fondo Sky Ocean Ventures: 10 milioni di dollari insieme alla sua esperienza in ambito scientifico, a borse di studio e ricerca e alla forza della diffusione internazionale dei suoi media. Tre scholarship sono già state assegnate a Imogen Napper, dell’Università di Plymouth, a Martina Capriotti, dell’Università di Camerino e ad Annette Fayet, dell’Università di Oxford, premiate al National Geographic Festival delle Scienze di Roma.  (SPECIALE UN MARE DA SALVARE)

Borse di studio e di ricerca

Il primo passo di questa collaborazione consiste nell’istituzione di borse di studio e ricerca: la National Geographic Society e Sky metteranno a disposizione finanziamenti a progetti volti a ridurre in modo tangibile l'inquinamento da plastica, impedendo che raggiunga i corsi d’acqua, attraverso innovazioni nel metodo di riciclo e nella gestione dei rifiuti. Inoltre, una serie di sfide innovative saranno poste ai migliori talenti e alle migliori menti di tutto il mondo per identificare e sostenere tecnologie per la riduzione dell’inquinamento e verrà organizzata una serie di eventi dedicati al problema che vedrà coinvolti imprenditori, grandi aziende, istituzioni e fondazioni. Sky e National Geographic hanno lanciato nell’autunno 2017 un programma congiunto per selezionare dieci giovani studiosi in grado di gestire progetti di ricerca legati agli ambienti marini.

Le vincitrici 

Sono tre le ragazze che si sono aggiudicate le prime scholarship di Sky Ocean Rescue e che sono state premiate oggi, 16 aprile, al National Geographic Festival delle Scienze di Roma. Si tratta di Imogen Napper, dell’Università di Plymouth, nel Regno Unito, che ha vinto grazie a un progetto dal titolo “Efficacia delle nuove tecnologie nella cattura delle fibre micro-plastiche rilasciate dalle lavatrici domestiche”. Poi c’è l’italiana Martina Capriotti, dell’Università di Camerino, che si è aggiudicata la borsa con un progetto dal titolo “Un approccio innovativo per testare l’impatto da micro-plastiche nell’Adriatico”. Infine un’altra ragazza, Annette Fayet, dell’Università di Oxford, che ha presentato un progetto intitolato “Perché si estinguono le pulcinelle di mare (fratercula arctica)? Combinare tecnologia innovativa e machine learning per comprendere la causa dell’estinzione”. National Geographic diffonderà il tema attraverso le sue piattaforme multimediali internazionali, i suoi straordinari prodotti fotografici e audiovisivi, le sue prestigiose firme giornalistiche e il suo storytelling unico, ponendo l’accento sulle soluzioni innovative che la collaborazione con Sky Ocean Ventures ha come obiettivo.

La collaborazione Sky - National Geographic Partners

Parlando della collaborazione, l'amministratore delegato del Gruppo Sky, Jeremy Darroch, ha dichiarato: "National Geographic è un leader mondiale nel campo delle scienze e dell'esplorazione con un’esperienza, una conoscenza e una credibilità derivate da una storia di oltre un secolo nel lavoro di protezione del pianeta. Sono felice di condividere con National Geographic la medesima visione e consapevolezza dell'urgente necessità di agire e trovare soluzioni significative al problema della plastica. Insieme potremo fare qualcosa di concreto e non vedo l'ora che altri finanziatori e sostenitori si uniscano a noi".

L’amministratore delegato di National Geographic Partners, Gary Knell, ha aggiunto: "Sky Ocean Ventures è una nuova creazione coraggiosa e ambiziosa e, soprattutto, estremamente innovativa, che investirà in nuove idee finalizzate a contrastare l'impatto della plastica sui nostri mari e sulle creature che li popolano. National Geographic si avvarrà della rete internazionale dei propri media per incoraggiare la conservazione dei mari e la scoperta di nuovi metodi per salvaguardare il pianeta".

Secondo Jonathan Baillie, Chief Scientist e Senior Vice President, Grants and Exploration, della National Geographic Society: "Questa è un'opportunità unica, che arriva a 130 anni dalla data di fondazione della National Geographic Society, di investire su idee e persone innovative avvalendoci della nostra capacità narrativa per la salvaguardia del pianeta. Entro il 2025, Sky e National Geographic avranno contribuito alla riduzione dell’“impronta da plastica” e alla trasformazione del modo in cui l’industria usa i materiali plastici investendo in tecnologie ad alto potenziale di innovazione”.

Sky Ocean Rescue

Attraverso Sky Ocean Rescue, Sky continuerà a incoraggiare piccoli cambiamenti quotidiani che possano impedire ai nostri mari di affogare nella plastica. Sky sta dando il buon esempio impegnandosi a essere la prima azienda FTSE 100 ad abolire completamente l’utilizzo di plastica monouso entro il 2020. Ciò significa che dalla sua catena di approvvigionamento e funzionamento saranno eliminate 1.000 tonnellate di plastica, l'equivalente del peso di sette balenottere azzurre. Inoltre Sky incoraggia e supporta l'innovazione per lo sviluppo di soluzioni attraverso Sky Ocean Ventures e si impegna per spingere gli altri ad agire e fare la differenza. Sky Ocean Rescue segue la fortunata campagna Sky Rainforest Rescue che, con il sostegno dei propri abbonati, ha raccolto oltre 9 milioni di sterline per aiutare a salvare un miliardo di alberi nella foresta pluviale amazzonica. Dieci anni fa, Sky è diventata la prima media company a emissioni zero ed è attualmente nella lista delle prime 8 aziende sostenibili nella classifica Green di Newsweek, Silver Class nel Dow Jones Sustainability Index e inclusa nel FTSE4Good.

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