Le imprese chimiche italiane in linea con gli obiettivi emissioni Ue
AmbienteLe aziende della penisola, secondo il 23° rapporto annuale di Responsible Care, il programma proposto da Federchimica, sono già allineate sia agli standard previsti per il 2020 che a quelli programmati per il 2030. Passi in avanti anche per quanto riguarda la sicurezza
Programma volontario
Secondo il report, il settore chimico in Italia ha ridotto le emissioni di gas serra del 55% dal 1990 ad oggi, migliorando l'efficienza energetica degli impianti del 57%. Comportamento virtuoso che riguarda anche i rifiuti che le imprese destinano per il 23% al riciclo, per il 39% al ripristino ambientale e soltanto per il 9,1% allo smaltimento in discarica. Il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti, e il presidente della Commissione Direttiva Responsible Care, Cosimo Franco, in sede di presentazione hanno voluto ricordare che questi obiettivi sono stati raggiunti attraverso un programma "volontario", che coinvolge 169 imprese associate che, con 28,6 miliardi di euro di fatturato complessivo, rappresentano il 55,4% del fatturato aggregato dell'industria chimica in Italia. Inoltre, hanno specificato i due presidenti, le aziende che aderiscono al progetto destinano allo sviluppo sostenibile il 20% dei loro investimenti.
Passi in avanti anche sugli infortuni sul lavoro
Quello delle emissioni, però, non è l’unico obiettivo prefissato dal progetto. Grazie a diversi interventi di messa in sicurezza, gli infortuni in rapporto alle ore lavorate nel settore della chimica sono diminuite rispettivamente del 5 e del 6% annuo dal 2010 ad oggi. Notizie positive che riguardano anche le malattie professionali che sempre in rapporto alle ore lavorate, sono scese da 0,43 per milione a 0,25.