Pfas, cosa sono le sostanze che allarmano il Veneto
AmbienteComposti chimici utilizzati in campo industriale, dotati di grande persistenza nell'ambiente, in grado di essere assorbiti dall'organismo umano, in particolare tramite il consumo di acqua potabile e alimenti. Possono costituire un serio pericolo per la salute
Le Pfas, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche, sono dei composti chimici che vengono impiegati in campo industriale fin dagli anni Cinquanta. La loro proprietà principale è quella di rendere i prodotti su cui vengono applicati impermeabili all'acqua e ai grassi. Recentemente la contaminazione ambientale ha messo in allarme il Veneto. In diverse città sono stati riscontrati livelli di questa sostanza superiori ai valori ritenuti sicuri per la salute, spingendo il Consiglio regionale a varare un'apposita commissione d'inchiesta. Stando a quanto riporta sul proprio sito Legambiente, che cita studi scientifici recenti, patologie tumorali e complicazioni per le donne in gravidanza potrebbero, infatti, essere attribuibili all'esposizione prolungata alle Pfas.
La composizione chimica e l'uso industriale
Le Pfas sono una classe di composti chimici costituiti da molecole che li rendono impermeabili all'acqua e da acidi perfluorurati, i composti maggiormente riscontrati nei campioni ambientali. Quest'ultimi posseggono proprietà chimiche particolari come stabilità termica, resistenza a fiamma e solventi, basso coefficiente di attrito (una maggiore capacità di scivolamento nel contatto tra i materiali) e buone caratteristiche lubrificanti. Per tutta questa serie di peculiarità, le Pfas sono utilizzate in campo industriale sin dagli anni Cinquanta per la produzione di numerosi prodotti commerciali come impermeabilizzanti per tessuti, tappeti, pelli, insetticidi, schiume antincendio, vernici, rivestimento dei contenitori per il cibo, cera per pavimenti e detersivi. Il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina (Teflon) e la produzione dei tessuti tecnici (GORE-TEX, Scotchgard) sono tra gli esempi più noti di utilizzo di questi prodotti chimici.
La contaminazione ambientale
Le Pfas, a causa della loro elevata stabilità termica e chimica, sono resistenti ai processi di degradazione presenti in natura come la fotolisi, l’idrolisi degradazione biotica aerobica e anaerobica. In pratica l'ambiente non è in grado di sbarazzarsi di queste sostanze che continuano ad accumularsi persistendo anche negli organismi viventi, compreso l'uomo e risultando tossiche ad alte concentrazioni. La loro capacità di accumularsi avrebbe anche un'altra conseguenza: la concentrazione sarebbe "bioamplificata". Man mano che si sale lungo la catena alimentare, essa aumenterebbe gradualmente. Da qui deriverebbe il pericolo per la salute dell'uomo la cui esposizione avviene principalmente per via alimentare, inalazione e ingestione di polveri nel momento in cui queste sostanze entrano nell'ambiente per contaminazione dell'acqua. L'acqua, poi, permette loro di inserirsi nella catena alimentare attraverso il suolo, la vegetazione e le coltivazioni, gli animali e, di conseguenza, gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole.
Le conseguenze sulla salute
È stato dimostrato che questa gamma di sostanze chimiche avrebbe un'ampia rosa di effetti avversi sulla salute delle persone. In particolare, a livello medico, è stata riconosciuta l'interferenza con il sistema endocrino. La conseguenza è che tutti i processi dell'organismo che coinvolgono gli ormoni responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità e di altre funzioni primarie possono essere alterati a causa dell'accumularsi nell'organismo di questi composti chimici. Tumore ai reni, cancro ai testicoli, malattie della tiroide, colite ulcerosa sono solo alcune delle patologie attribuibili all'esposizione alle Pfas. Studi recenti, inoltre, avrebbero riscontrato anche patologie neonatali e delle donne in gravidanza nelle aree più contaminate. Tra queste, diabete gestazionale, neonati più piccoli del normale e sotto peso e altre malformazioni del sistema nervoso, anomalie del sistema circolatorio e difetti cromosomici.