I big del tech dicono no alle politiche di Trump sul clima

Ambiente
Il marchio Apple (Getty Images)

In una dichiarazione congiunta pubblicata da Bloomberg, Apple, Google, Microsoft e Wal-Mart hanno fatto sapere che continueranno a usare energie provenienti da fonti rinnovabili

Un blocco “verde” di grandi aziende statunitensi si è schierato contro l'ordine esecutivo sul clima emanato lo scorso 29 marzo dal presidente Donald Trump. A renderlo noto una dichiarazione congiunta di colossi come Apple, Google, Microsoft e Wal-Mart in cui viene espressa l'intenzione di rimanere legati all'uso dell'energia pulita per continuare a combattere contro il cambiamento climatico.

 

Le rinnovabili – In una lettera pubblicata il 30 marzo da Bloomberg, le potenze industriali dichiarano: "Crediamo che politiche forti a favore del clima e dell'energia pulita, come il "Clean Power Plan", possano rendere le forniture di energia rinnovabile più robuste e affrontare la grave minaccia dei cambiamenti climatici e al tempo stesso sostenere la competitività americana, l'innovazione e la crescita di posti di lavoro". Il riferimento è al piano energetico promosso dall'amministrazione Obama per incoraggiare gli organi di governo a prendere in considerazione l'impatto ambientale delle proprie decisioni. Un piano che Trump ha deciso di smantellare ordinando all'Agenzia per la Protezione Ambientale (Epa) di ripensare a una serie di regole e restrizioni sulle centrali a carbone imposte dal suo predecessore. Sia Apple che Google sono state fra le 81 imprese che si sono impegnate direttamente con l'ex presidente per ridurre le emissioni dopo il risultato delle negoziazioni per l'accordo di Parigi del 2015. Nel 2016, Apple ha rilasciato 1,5 miliardi di dollari in obbligazioni per facilitare la sua conversione in impresa ad energia pulita. Google, invece, ha dichiarato che a partire dal prossimo anno tutti i suoi uffici e i suoi centri dati verranno alimentati esclusivamente mediante energie rinnovabili.

 

Il piano di Trump – Il disegno politico del presidente Donald Trump sul clima, avviato con l'ordine esecutivo del 29 marzo, prevede una completa cancellazione del “Clean Power Plan” di Obama, che il presidente democratico era riuscito a promuovere all'indomani dell'accordo internazionale sul clima siglato alla fine del 2015 da quasi 200 Paesi a Parigi. Nelle sue linee guida il trattato prevedeva una riduzione delle emissioni di CO2 del 32% rispetto ai livelli del 2005. Con l'ordine esecutivo chiamato "Energy Independence” di Trump, gli Usa non contrasteranno lo sviluppo delle miniere di carbone e applicheranno un minore controllo per l'autorizzazione dei progetti infrastrutturali.

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