Fao, dal legno il 40% di energia rinnovabile del mondo
AmbienteSi tratta della prima fonte per gran parte della popolazione mondiale, in particolare per i paesi in via di sviluppo. Lo ricorda l'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura nella Giornata internazionale delle foreste
A livello globale il legno rappresenta la prima fonte di energia rinnovabile. Per circa 2,4 miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo è sinonimo di cibo cucinato e il suo valore sta crescendo ulteriormente alla luce dei danni provocati dal cambiamento climatico. In occasione della Giornata internazionale delle Foreste è la Fao a ricordare l'importanza di questa fonte energetica. La ricorrenza, istituita nel 2013 dalle Nazioni Unite, si celebra il 21 marzo e quest'anno ha come titolo "Foresta ed energia".
Il legno fonte energetica ed economica – Secondo i dati pubblicati dalla Fao sul proprio portale, il legno come combustibile fossile vale quanto l'energia solare, idroelettrica ed eolica messe insieme poiché fornisce il 40% di energia rinnovabile a livello globale. Circa la metà della produzione mondiale, un ammontare di 1,86 miliardi di metri cubi, viene utilizzata per la cottura del cibo, il riscaldamento e la produzione di energia elettrica. Il legno non è solo una fonte rinnovabile, ma anche un volano per lo sviluppo economico: quasi 900 milioni di impiegati (sia full che part-time), concentrati per lo più nei Paesi in via di sviluppo, lavorano infatti in settori industriali che utilizzano il legno come fonte energetica.
L'importanza delle foreste - Sempre attraverso il suo sito, la Fao ha poi sottolineato l'importanza delle foreste. A livello globale, esse avrebbero un potenziale circa dieci volte superiore al consumo di energia naturale annuale e sarebbero perfettamente in grado di soddisfare la domanda globale in totale autonomia. Assolutamente non trascurabile anche l'impatto ambientale: gli alberi in città, strategicamente posizionati, potrebbero abbassare la temperatura tra i due e gli otto gradi.
Investire in un futuro sostenibile – La crescita della green economy e l'obiettivo di un futuro sostenibile passano anche dall'investimento nelle foreste. Secondo il Wwf, distruggerle significa intaccare il loro ruolo nel ciclo dell'acqua e nei sistemi idrogeologici, rafforzando la portata e l'intensità delle alluvioni, dei processi di desertificazione e dei periodi di siccità. "Il taglio illegale degli alberi – sottolinea Maria Cristina D'Orlando, presidente del Programma internazionale di valutazione degli schemi di certificazione forestale (Pfec Italia) - sottrae almeno 10 miliardi a industria e proprietari forestali nel mondo, oltre a essere responsabile del 25% delle emissioni dei gas serra globali". Senza una certificazione e gestione attiva del territorio, le foreste non possono essere salvate. La D'Orlando denuncia "la disattenzione verso le politiche a sostegno del nostro patrimonio forestale". Qualche elemento positivo, però, è emerso nell'ultimo anno visto che le aziende italiane che scelgono di certificarsi per garantire prodotti sostenibili e tracciabili sono cresciute del 15% nel 2016.