Ambiente, lo studio di Princeton: clima mite a rischio

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Secondo una nuova ricerca i 'giorni miti' rischiano di diminuire nell'arco dei prossimi anni (Getty Images)
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Alcune parti del mondo potrebbero perdere fino a 50 giorni l’anno di clima mite a causa dell’aumento di tempeste, ondate di caldo e precipitazioni. Lo sostiene uno studio dell’Università di Princeton, condotto insieme al National oceanic and atmospheric administration  

Il luogo comune secondo cui non esisterebbero più le mezze stagioni potrebbe presto trasformarsi in realtà. In diverse parti del mondo il clima mite rischia infatti di diventare un ricordo, almeno secondo un'equipe di ricercatori dell’Università di Princeton che, insieme al National oceanic and atmospheric administration, hanno condotto uno studio sul cambiamento climatico pubblicato sulla rivista di settore Climate change. Non tutte le aree del pianeta, però, subiranno una riduzione dei giorni di tempo mite: alcune regioni potrebbero anzi beneficiare di un andamento diametralmente opposto nei prossimi anni.

 

Clima mite a rischio – Secondo le proiezioni dei ricercatori di Princeton e del Noaa, basate sulle analisi meteorologiche degli ultimi anni, il numero di giorni in cui si potrà beneficiare di un clima mite potrebbe ridursi drasticamente nei prossimi anni. Per essere definita come tale, una giornata dal clima mite dovrebbe avere una temperatura compresa tra i 18 e i 30 gradi, una bassa umidità e scarse precipitazioni. Questo tipo di giornate potrebbe diminuire in media del 13% in tutto il mondo entro la fine del secolo: I ricercatori hanno previsto che la media corrente di 74 giorni miti l’anno dovrebbe scendere di quattro giorni entro il 2035 e di dieci tra il 2081 e il 2100. Alcune aree del nostro pianeta, inoltre, rischiano di perdere fino a 50 giorni temperati come conseguenza del cambiamento climatico.

 

Cambiamento climatico e salute  – Le condizioni meteorologiche estreme sono più difficili da studiare, poiché più rare. Ecco perché i ricercatori di Princeton e del Noaa hanno deciso di analizzare, piuttosto, condizioni atmosferiche più comuni. “Abbiamo tentato un approccio diverso”, ha detto all'Independent l’autore principale dello studio, la dottoressa Karin van der Wiel del Noaa. “Abbiamo studiato condizioni meteorologiche positive, quelle che si verificano più regolarmente”. La prospettiva utilizzata non compromette comunque l’importanza dei risultati raggiunti dalla ricerca. “Prevedere cambiamenti nel clima mite – ha spiegato la ricercatrice – non è importante solo per imprese e industrie, ma potrebbe contribuire anche alla ricerca futura sulla salute fisica e mentale, il tempo libero e la pianificazione urbana”.

 

I luoghi in controtendenza – La diminuzione della media dei giorni miti potrebbe non colpire tutte le aree del mondo allo stesso modo. Anzi, alcune di queste potrebbero addirittura beneficiare, secondo i ricercatori, di un aumento in termini di giornate dal clima temperato. Sarebbe il caso, ad esempio, di alcune regioni dell’Inghilterra, che potrebbero registrare un incremento di 10-15 giorni miti l’anno. Lo stesso numero di giorni miti "sottratti" a diverse zone dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.

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