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In Italia 3000 specie "aliene" minacciano l'uomo e la biodiversità

Ambiente
Due nutrie, tra le specie aliene più pericolose per la biodiversità nel nostro Paese (Getty Images)

Nutrie, siluri, ma anche zanzare tigre e robinie. L'impatto economico stimato della loro diffusione è di oltre 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione Europea. Per rispondere alla minaccia nasce il Life Asap (Alien species awareness program)

 

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In Italia sono oltre 3000 le specie "aliene" che minacciano l'ecosistema, la salute e l'attività dell'uomo mettendo in pericolo anche la biodiversità e l'economia. Sono animali, ma anche piante: dalla nutria al siluro, dalla robinia ai gamberi rossi americani fino alla zanzara tigre, molte di queste specie sono capaci di adattarsi rapidamente al loro ambiente e di mettere in crisi le specie "indigene". E i risultati per l'ecosistema possono essere devastanti. Anche per l'uomo.

 

Il fenomeno in Italia - L'allarme è stato lanciato, da ultimo, dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e da Legambiente, che in una nota hanno precisato come nel nostro Paese la presenza di nuove specie sia aumentata del 96% negli ultimi 30 anni. Delle 3000 specie che vengono introdotte spesso volontariamente all'interno dei nostri confini, il 15% sarebbero invasive. Capaci, cioè, di causare impatti potenzialmente devastanti agli animali autoctoni o addirittura alla biodiversità come nel caso del gambero rosso americano, lo scoiattolo grigio, la tartaruga palustre americana, la caulerpa, la robinia. Altre specie come la nutria, la cozza zebrata, i fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino, hanno invece un forte impatto economico. Basti pensare al crollo della produzione di castagne che si è verificato in Italia tra il 2008 e il 2013, determinato dalla cinipide o vespa del castagno, insetto originario della Cina. Ma ci sono anche specie animali e vegetali direttamente nocive per l'uomo, come ad esempio la zanzara tigre e l'ambrosia (alla quale molte persone sono allergiche).

 

Il Mediterraneo e l'Europa – Nella zona del Mediterraneo la presenza di specie aliene, dicono gli esperti, è più che raddoppiata tra il 1970 e il 2015: solamente negli ultimi 15 anni sono state registrate 150 nuove specie. Le vie d'ingresso principali, secondo gli studi, sono i porti e gli aeroporti dove merci e persone diventano spesso veri e propri vettori volontari o inconsapevoli. Un ruolo importante nella loro diffusione, si legge nella nota “è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia, l’introduzione volontaria per attività di pesca sportiva e venatoria, il rilascio da parte di cittadini, la fuga da allevamenti”. Il fenomeno costa all'Europa più di 12 miliardi di euro ogni anno. Una cifra ingente destinata, pare, ad aumentare visto l'aumento esponenziale del fenomeno che nel Vecchio Continente è stato pari al 76 percento negli ultimi 30 anni.

 

La nascita dell'Asap – La difesa adottata a livello nazionale ed europeo comprende, fra le altre norme, il Regolamento 1143/2014 “recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, entrato in vigore dal 1° gennaio 2015 e che incarica i paesi membri di adottare azioni di tutela dei propri territori. In questo quadro nasce il Life Asap (Alien species awareness program), un progetto cofinanziato dalla Commissione Europea il cui obiettivo  è quello di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e attenuare l'impatto sull'uomo e l'ambiente. Per farlo il nuovo soggetto cercherà di creare una consapevolezza nella cittadinanza attraverso incontri, lezioni a scuola, seminari, tavole rotonde e la promozione di buone pratiche.