Google Timelapse, com'è cambiato il pianeta dal 1984 a oggi

Ambiente

Floriana Ferrando

timelapse_google

Google Earth ha rilasciato un nuovo progetto che permette di osservare i cambiamenti di città e aree naturali attraverso un ricco archivio di immagini satellitari. Fra zone desertiche e foreste che diventano centri urbani, e le trasformazioni delle principali città italiane

Espansione urbanistica e deforestazione. Deserti che scompaiono, aree verdi che cedono il posto a grattacieli e così via. Sono alcuni dei cambiamenti del mondo che si possono osservare grazie alla nuova funzione timelapse fornita da Google Earth. 
La nuova visualizzazione di Google (il cui codice embed è visibile solo su web) mette al servizio degli utenti un immenso database di immagini interattive e navigabili che ripercorrono i cambiamenti di stati e continenti negli ultimi 32 anni, dal 1984 ad oggi.

 

Milano, Roma e Napoli –  Come sono cambiate le più popolose città italiane in questo periodo? Attraverso la funzione di ricerca di Google Earth è possibile navigare attraverso i grandi mutamenti che hanno stravolto il capoluogo lombardo. Le vaste aree verdi della metà degli anni Ottanta in pochi anni si riempiono di edifici e capannoni industriali, intanto anche l’area metropolitana muta, arricchendosi di infrastrutture e di una rete stradale sempre più capillare. (La visualizzazione è possibile solo su web)



Le cose non vanno diversamente a Roma. Anche all’interno dei confini della Capitale dai primi anni Ottanta ad oggi la cementificazione avanza rapidamente, come mostrano le immagini satellitari messe a disposizione da Big G e organizzate in un timelapse navigabile. Il corso del fiume Tevere è ben visibile e intorno a lui sorgono anno dopo anno, fotogramma dopo fotogramma, nuove strutture ed edifici.



In una città di mare come Napoli certi cambiamenti sono ancora più evidenti: qui a subire l’espansione urbanistica non è solo il centro della città, ma anche e soprattutto la costa, come si può scoprire osservando i mutamenti in corrispondenza della zona portuale. Per ottenere una visione d’insieme è possibile creare un tour timelapse che si sposta da una destinazione all'altra nel corso del tempo utilizzando l'editor Timelapse Tour.



Cambiamenti radicali da Dubai all’Amazzonia – Fra le zone del pianeta che hanno subito i cambiamenti più radicali spiccano aree dove la natura è lentamente scomparsa. Prendiamo gli Emirati Arabi: la vasta area desertica di Dubai negli ultimi 32 anni ha stravolto il suo aspetto. Nel 1984, come mostra il video in timelapse, c’erano solo rocce e sabbia e poche strutture lungo la costa, poi all’inizio del nuovo millennio si vedono i primi importanti cambiamenti sul mare e nelle zone interne, fino ad arrivare alla condizione attuale che mostra un’area portuale molto sviluppata e il sorgere di nuovi centri urbani.



Spostandosi nell’America del Sud, invece, basta navigare la mappa all’altezza del Brasile mantenendo lo zoom quasi al minimo per avere una panoramica della velocità a cui sta scomparendo la Foresta Amazzonica. Il più grande polmone verde del pianeta negli anni Ottanta si presentava come un’infinita distesa verde, ma nel tempo si è ridotto per fare posto ad infrastrutture e centri urbani. L’espansione urbanistica più evidente è quella che coinvolge i paesi a sud e sud est della foresta.



I timelapse più salienti in una playlist – Il timelapse è realizzato in collaborazione con l'archivio Time Machine del laboratorio Create della Carnegie Mellon University e utilizzando Earth Engine, piattaforma per l'analisi scientifica in scala e la visualizzazione di set di dati geospaziali, combina oltre 5 milioni di immagini satellitari acquisite nel corso degli ultimi tre decenni da 5 satelliti diversi. Per l’occasione Big G ha inserito anche scatti in HD di due nuovi satelliti, il Landsat 8 e il Sentinel-2, che hanno osservato il pianeta nell’ultimo periodo. I timelapse che mostrano i cambiamenti più salienti sono raccolti in un'unica playlist di 40 minuti pubblicata su YouTube.

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