Darien Gap, il luogo più incontaminato del pianeta potrebbe svelarsi
AmbienteDopo la ratifica della pace tra Farc e governo colombiano, la regione a confine con Panama potrebbe aprirsi ai turisti. Ad oggi è uno dei luoghi più pericolosi al mondo e nessuna strada lo attraversa
La Panamericana è la strada più lunga del mondo e con i suoi 25mila chilometri corre da Fairbanks in Alaska fino alla Terra del fuoco in Argentina. La sua corsa, però, più o meno a metà tragitto si interrompe per lasciare spazio a una regione in cui il tempo si è fermato. Si tratta del Darien Gap, letteralmente il “divario di Darien”, e si trova all’estremità settentrionale della Colombia al confine con Panama. È considerato uno dei luoghi più pericolosi al mondo, non solo per la natura selvaggia che la fa da padrona ma anche perché da decenni è giurisdizione quasi esclusiva delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc).
Il cambiamento - In questa fascia di terra, che attraversa montagne, giungle e paludi, non esiste una strada battuta e da secoli si preferisce attraversarla via nave, piuttosto che a piedi. Ma le cose stanno per cambiare. La pace ratificata nel dicembre del 2016 tra le Farc e il governo colombiano ha aperto un nuovo scenario per tutta la regione del Darien che potrebbe consentire nuovi trattati con Panama per aprire un varco tra i due paesi. La maggiore stabilità della zona potrebbe portare turismo e migliorare la qualità della vita ma, allo stesso tempo, rischiare di rovinare uno dei pochissimi polmoni naturali incontaminati della terra.
Isolato dal mondo – Il Darien è un vero e proprio paradiso naturalistico tanto che sul fronte panamense è stato istituito un parco protetto anche dall'Unesco. Le ragioni del suo isolamento, che ne hanno garantito una perfetta conservazione, sono da ricercare non solo nell’amministrazione delle Farc e nella conseguente pericolosità della zona ma in una serie di concause politiche e infrastrutturali. La costruzione di una strada capace di attraversare il Darien, infatti, rappresenterebbe un grande investimento che fino ad ora i due paesi non hanno voluto sostenere. Inoltre, soprattutto dalla parte panamense, ha sempre fatto comodo questa barriera naturale che negli scorsi decenni ha impedito una possibile tratta per i narcotrafficanti e che si è anche rivelata un tampone all’immigrazione. Ciononostante il Gap è attraversato giornalmente da centinaia di uomini e donne, disposti a rischiare la vita nella giungla, pur di emigrare verso il Nord America.
Terra d’indigeni – La possibilità di aprire la regione al turismo garantirebbe alle popolazioni locali migliori condizioni di vita ma rischierebbe di minare il delicato ecosistema tropicale della foresta. Per di più potrebbe costituire un pericolo per le comunità indigene che da secoli abitano la regione, anche se non tutti sono contrari. Gli Embera Wounan, ad esempio, abitano vicino ai confini con la Colombia ma in territorio panamense e sono fortemente a favore della strada, tanto che nei primi anni duemila, con il solo uso di maceti ed asce, si sono aperti un varco fino a Candì, un paesino colombiano dall’altra parte del confine. Lo scopo? Riuscire a vendere la propria produzione di platano ad un prezzo migliore.