Carta, vetro e umido: riciclare vale 6,5 miliardi di euro all'anno

Ambiente
Una catena di riciclo rifiuti (Getty Images)
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Secondo il Was Annual Report 2016, l'Italia potrebbe risparmiare una cifra notevole sulle importazioni di materie prime dall'estero, se riuscisse a riciclarle in casa

Sei miliardi e mezzo di euro all'anno. Sarebbe questa la cifra che l'Italia potrebbe risparmiare sull'importazione di materie prime dall'estero, se raccogliesse e selezionasse correttamente carta, vetro e umido. Lo afferma il Was Annual Report 2016, uno studio sull'economia circolare curato da Was-Waste Strategy, un think tank sull'industria del waste management e del riciclo.

I risparmi dell'economia circolare – Nel rapporto viene sottolineato come il nostro paese ottenga già buoni risultati grazie all'uso delle cosiddette “materie prime secondarie”, che si ricaverebbero dagli scarti di lavorazione delle materie prime o dai materiali derivati dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti. Secondo le stime riportate nello studio, l'Italia risparmia già 2 miliardi di euro di energia l'anno, pari a circa il 10% dei consumi elettrici. Sono i vantaggi di un'economia circolare grazie alla quale i materiali che finiscono nel bidone si trasformano in una vera e propria miniera, dal momento che le materie prime secondarie hanno assunto ormai un ruolo strategico per l'industria italiana.

 

L'esempio della carta – Stando ai dati, solamente negli ultimi 15 anni la carta recuperata è quasi raddoppiata, passando dal 26% del totale nel 2000 al 47,7% nel 2015. Complessivamente l'industria del waste management cresce in maniera stabile negli ultimi anni, toccando - solo per le prime 75 imprese top - un fatturato di 9,7 miliardi di euro. "Quasi tre volte - sottolinea il report - quello del calcio italiano", fermo a 3,6 miliardi.


I margini di crescita – L'importanza di questi numeri sembra aver attratto l'interesse dei grandi e piccoli operatori di un settore che si sta orientando decisamente verso i business dell'economia circolare. I margini di sviluppo dell'economia circolare in Italia si potrebbero trovare nel campo dei rifiuti organici urbani, che ha ancora margini di crescita soprattutto al meridione, dove 2,3 milioni di tonnellate di umido non sono ancora intercettate.

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