Usa, cosa ne sarà delle politiche ambientali dopo la vittoria di Trump
AmbienteIl tycoon ha dichiarato in campagna elettorale di voler chiudere l'Epa, l'Agenzia per la Protezione dell'ambiente, e azzerare i fondi all'Onu per la lotta ai cambiamenti climatici
L'elezione di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, oltre ai mercati finanziari, ha fatto tremare anche gli ambientalisti. Forti, infatti, sono i timori che la politica sull'ambiente del tycoon si discosti dall'ambizioso corso tracciato da Barack Obama nella lotta ai cambiamenti climatici.
Nessun dollaro Usa per il clima – Trump avrà un margine di movimento ridotto sull'Accordo di Parigi – che punta a contenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C – firmato alla Cop21 e ratificato di recente da Usa e Cina con un vincolo di quattro anni. Nonostante ciò, il prossimo presidente statunitense ha già annunciato di voler azzerare i contributi promessi all'Onu proprio per la lotta ai cambiamenti climatici.
Dichiarazioni choc - "Obama ha detto che il nostro problema principale è il riscaldamento globale, penso sia una delle affermazioni più stupide nella storia della politica", aveva dichiarato Trump in campagna elettorale, definendo il global warming "una bufala inventata dai cinesi". Tra i primi a sollevare preoccupazioni, ancor prima della svolta alla Casa Bianca, era stato il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, uno degli artefici del trattato parigino. Fabius sostiene che le posizioni di Trump – che ritiene i cambiamenti climatici una “bufala senza senso” – siano inconciliabili con quelle del suo predecessore.
Cop22 in corso – Proprio i cambiamenti climatici sono tra i temi affrontati in questi giorni a Marrakech, in Marocco, dove si sta svolgendo la Cop22. E l'uragano Trump si è abbattuto anche qui: secondo gli esperti, questo dietrofront sul clima potrebbe infatti rivelarsi "deleterio" per la partecipazione all’Accordo di Parigi da parte di Paesi che non si sono ancora impegnati formalmente, come la Russia.
Trump VS Epa – L'impatto più forte di questa svolta che sembra già tracciata dal 45esimo presidente Usa sarà però senz'altro sulla politica energetica interna. Trump ha dichiarato di voler chiudere quanto prima l'Epa, l’Agenzia per la Protezione dell’ambiente, da lui stesso definita "una disgrazia".
L'impatto di Trump sulle emissioni – Inoltre, la corsa statunitense verso l’incremento della quota energetica da fonti rinnovabili – voluta da Obama e che sarebbe proseguita con Hillary Clinton – appare destinata a una battuta d’arresto in favore delle fonti fossili e del rilancio del mega-oleodotto 'Keystone XL'. Alcuni istituti di ricerca, come illustra questo grafico, si erano spinti persino a calcolare il diverso andamento delle emissioni di CO2 in caso di presidenza Clinton o Trump: il risultato nel caso dell'ipotesi che alla fine si è verificata è abbastanza sconfortante.