Giappone, consegne con i droni dal 2020 e Tir autonomi dal 2022

Tecnologia
Un drone sviluppato dal giapponese Autonomous Control Systems Laboratory (Getty Images)
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Il governo dovrebbe presentare un pacchetto di norme che punta ad alleggerire la burocrazia e spingere la sperimentazione sul campo. Per Tokyo, più di un semplice programma di sviluppo tecnologico, l'automazione è una necessità   

In volo e via terra: il Giappone punta con forza sui veicoli autonomi. Il governo starebbe preparando, entro il 9 giugno, un pacchetto di norme mirate a incoraggiare e regolamentare le consegne con i droni (entro il 2020) e l'uso commerciale di Tir a guida autonoma (nel 2022). Lo riporta l'agenzia di stampa britannica Reuters. Le nuove regole conterrebbero anche alcuni incentivi in favore dell'utilizzo di Big Data e dell'intelligenza artificiale, soprattutto in campo medico.

Norme più snelle

Il governo non investirà direttamente in queste tecnologie. Il suo contributo allo sviluppo, affermano le "fonti vicine all'esecutivo" citate da Reuters, dovrebbe riguardare soltanto le regole del gioco. Le società che si occupano dell'utilizzo commerciale di droni e guida autonoma dovrebbero infatti godere di una regolamentazione (temporanea) vantaggiosa, meno rigida, con una burocrazia snella in modo da consentire una sperimentazione sul campo più libera. Si punta quindi a un passaggio più rapido dalla fase di ricerca e sviluppo a quella dell'applicazione. L'obiettivo del pacchetto di riforme, che prevede anche incentivi nell'utilizzo di Big Data e intelligenza artificiale in campo medico, è quello di "migliorare le infrastrutture, aumentare l'aspettativa di vita, rivoluzionare i trasporti e modernizzare la catena produttiva".

Perché puntare su droni e guida autonoma

Non è solo una questione di sviluppo tecnologico. Il Giappone ha scelto con decisione la via della robotica e dell'automazione per una questione anagrafica e lavorativa. Il Paese è tra gli Stati con l'aspettativa di vita più alta al mondo. Ma anche con l'età media più elevata. Questo è il problema: la forza lavoro (cioè la platea di chi lavora o sta cercando lavoro) sta diminuendo. Con la disoccupazione ai minimi negli ultimi due decenni (al 2,8%), le imprese nipponiche si ritrova nella paradossale situazione di dover tagliare posti di lavoro per mancanza di lavoratori.

Il caso Yamato Holdings

Yamato Holdings, il corriere leader in Giappone, ha incontrato un aumento della domanda tale da ipotizzare una riduzione del volume delle consegne. In altre parole: l'azienda potrebbe essere costretta a rifiutare un pezzo di fatturato. Alla fine, ha optato per un'altra strada: assumerà 9mila lavoratori. Questo però dovrebbe causare un'impennata dei costi e un ritocco delle tariffe dal prossimo ottobre. Con il rischio di peggiorare i bilanci e tornare a ridurre l'organico. Il classico gatto che si morde la coda. Ecco perché il premier Shinzo Abe ha deciso di accelerare. Di fronte all'automazione (e al suo impatto sul mondo del lavoro), il Giappone ha già deciso: droni e camion driverless sono diventati una necessità.

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