Dopo il maxi attacco hacker, la ceo di Yahoo perde il bonus da 2 mln $

Tecnologia
Marissa Mayer, ceo di Yahoo (Getty Images)

Marissa Mayer non percepirà il bonus del 2016. Lo ha deciso il cda dell’azienda in relazione all’azione di pirati informatici che tra il 2015 e il 2016 hanno violato oltre 30mila account. La numero uno del colosso rinuncerà anche alla stock option da 12 milioni prevista per il 2017

I maxi-attacchi hacker che hanno colpito Yahoo dovrebbero costare 14 milioni di dollari al ceo Marissa Mayer. Il consiglio di amministrazione del gruppo ha deciso, infatti, di non erogare il bonus 2016 (da 2 milioni) e ha approvato la proposta della stessa Mayer di trattenere anche il premio in azioni previsto per il 2017, da 12 milioni. È quanto si legge in un documento inviato da Yahoo alla Sec, la Consob americana.

 

I premi di Marissa Mayer – Le decisioni sono ufficiali. Le cifre non ancora. Ma, secondo il New York Times, l'amministratore delegato percepirebbe uno stipendio annuale di un milione di dollari. Cui si aggiunge, nel 2016, un bonus da 2 milioni in contanti e una stock option (cioè un benefit in azioni) da 12 milioni da erogare quest'anno. “In risposta alle conclusioni della commissione indipendente relative all'incidente di sicurezza del 2014, il cda ha deciso di non assegnare all'amministratore delegato il bonus in denaro per il 2016”, si legge nel documento. La proposta di rinunciare ai benefici in equity è arrivata invece proprio da Mayer. E “il board ha accettato l'offerta”. Non è ancora chiaro quale sarà la sorte di queste somme. Yahoo non dice se le azioni saranno trattenute o redistribuite. In un post su Tumblr, Marissa Mayer afferma di aver “espresso al cda il desiderio di destinarle ai dipendenti della compagnia”.

 

Uno Stato dietro gli attacchi hacker – Yahoo ha svelato anche che il responsabile legale del gruppo, Ronald S. Bell, si è dimesso. E ha riassunto la vicenda degli attacchi hacker subiti negli ultimi quattro anni. Nel 2013 Yahoo era stata vittima di un cyberattacco, reso noto solo nel dicembre scorso, che aveva compromesso più di un miliardo di account. Nel 2014 è stata la volta di un'altra offensiva, su altri 500 milioni di profili. Si arriva così alle falle più recenti: tra il 2015 e il 2016, 32 milioni di account Yahoo sono stati violati attraverso l'uso di cookie contraffatti, grazie ai quali è stato possibile entrare in un profilo senza bisogno di conoscerne la password. “Riteniamo – scrive la società nel documento della Sec - che alcune di queste attività siano collegate allo stesso attore, sponsorizzato da uno Stato, responsabile dell'incidente di sicurezza del 2014”.

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