
Roberto Mancini, dall’esordio in campo fino al trionfo agli Europei e alle dimissioni
L'ex allenatore di Inter, Manchester City e Zenit si è dimesso il 13 agosto 2023 da ct della Nazionale: il trionfo a Euro 2020 il suo successo più grande nei cinque anni alla guida dell'Italia. Da calciatore l'esordio col Bologna in Serie A, a 16 anni e 9 mesi: nella sua carriera, tra gli altri trofei, vanno ricordati gli storici scudetti con Sampdoria e Lazio, a cui si aggiungono quelli ottenuti da tecnico sia a Milano che in Inghilterra

Dall'esordio da calciatore al Bologna alla finalissima degli Europei 2020 vinta, che ha riportato un titolo continentale agli Azzurri dopo 53 anni, passando per il Mondiale mancato e le dimissioni dell'agosto 2023. In mezzo, una carriera lunga oltre 40 anni se si sommano le esperienze in campo e poi in panchina. Ecco le principali tappe della biografia calcistica di Roberto Mancini, il tecnico che ha condotto l'Italia a vincere la finalissima di Wembley e a laurearsi per la seconda volta campione d'Europa
Mancini nasce il 27 novembre 1964 a Jesi, nelle Marche. Fin da giovanissimo gioca nel campetto della chiesa sotto casa ed è subito chiaro che quel ragazzino col pallone ci sa fare. "Era sempre il primo a presentarsi agli allenamenti, il primo a iniziare a correre, il primo a fare gol", ha detto di lui Alfredo Zepponi, ex allenatore del giovane Mancio
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A 13 anni, Mancini entra a far parte dei Giovanissimi del Bologna. Tre anni dopo passa nella Primavera. Nel 1981 l’esordio prima in Coppa Italia (nella partita Bologna-Reggina) e poi, a 16 anni e 9 mesi, in Serie A (in Bologna-Cagliari): è tra i calciatori più giovani ad aver esordito nel massimo campionato
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Nel 1982 l'approdo a Genova, dove viene acquistato dalla Sampdoria. Con la maglia blucerchiata Mancini gioca fino al 1997. In quegli anni, insieme al compagno d’attacco Gianluca Vialli, diventa uno dei due "gemelli del gol". Con la squadra ligure, Bobby-gol (così lo chiamano i tifosi della Doria), conquista uno storico scudetto nel 1991. Sempre con i blucerchiati, Mancio vince quattro volte la Coppa Italia, la Coppa delle Coppe e una Supercoppa italiana. Nel 1992 la Samp sfiora il successo in Coppa dei Campioni, perdendo la finale a Wembley contro il Barcellona
Vialli, Mancini: "Perdo un fratello, sognavo il miracolo"Nell’estate 1997, Mancini arriva a Roma, sponda Lazio. Il campione marchigiano è anche qui tra i fautori di un'impresa, lo Scudetto del 2000, il secondo nella storia dei biancocelesti. Con i biancocelesti, Mancio colleziona altre due Coppe Italia (1998 e 2000), una Coppa delle Coppe (1999), una Supercoppa italiana (1998) e una Supercoppa europea (1999)
Addio a Gianluca Vialli, l'abbraccio con Mancini all'Europeo. VIDEONell'estate del 2000, Mancini - a 35 anni - annuncia il ritiro da calciatore. E subito dopo, proprio con la Lazio, inizia la sua esperienza da allenatore, come vice di Sven Goran Eriksson. Ma un anno dopo decide di tornare in campo con il Leicester City
Mihajlovic: dalla guerra al calcio, dall'Inter al Bologna. FOTOSTORIALa permanenza inglese ha però vita breve. Il 22 febbraio 2001 indossa gli scarpini per l’ultima volta, chiudendo la carriera con sei Coppe Italia, due vittorie nella Supercoppa Italiana, due Coppe delle Coppe, due Scudetti e una Supercoppa Uefa, oltre a due premi agli Oscar del calcio AIC 1997 come miglior calciatore italiano e miglior calciatore assoluto, nonché due Guerin d’oro. Nel marzo 2001, Mancini viene richiamato in Italia per guidare la Fiorentina: vince subito la sua prima Coppa Italia da allenatore
Dal 2002 al 2004 torna alla Lazio. In quegli anni porta a casa la seconda Coppa Italia da tecnico contro la Juventus, prima di lasciare il club capitolino per approdare all’Inter nel luglio 2004. Con Mancini, i nerazzurri vincono tre Scudetti (quello del 2006 assegnato dalla Figc dopo lo scandalo Calciopoli, 2007 e 2008). Sulla panchina nerazzura, Mancio conquista anche due Coppe Italia (2005 e 2006) e due Supercoppe italiane (2005 e 2006)

Nel 2009 Mancini torna in Inghilterra, questa volta al Manchester City. Nel 2011 arriva il primo successo da tecnico dei Citizens, la Coppa d'Inghilterra. Nel 2012 il marchigiano conquista il titolo inglese, il terzo nella storia del City, a 44 anni di distanza dall'ultimo vinto nel 1968. Oltre alla Premier League, nel 2012 vince anche la Community Shield

Nella stagione 2013-2014, l'esperienza turca: Mancini è allenatore del Galatasaray. Chiude il campionato al secondo posto, e al palmares aggiunge la coppa di Turchia

Nel novembre 2014 viene richiamato dall'Inter, ma stavolta il bottino è magro. Mancio resta a Milano fino all'agosto 2016, quando risolve il contratto a pochi giorni dall'inizio del campionato, dove alterna successi e delusioni. L'1 giugno 2017, dopo un anno senza panchina, firma con lo Zenit San Pietroburgo. Anche la parentesi russa ha vita breve: a maggio 2018 il contratto è rescisso di comune accordo con il club. Anche perché per Mancini si aprono le porte della Nazionale

Il 14 maggio 2018 Mancini è nominato commissario tecnico degli Azzurri, reduci dalla clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Con il marchigiano inizia il viaggio di tre anni che porta l'Italia in finale contro l'Inghilterra agli Europei 2021

Tra i numerosi premi e riconoscimenti vinti durante la carriera, nel 2016 Mancini entra nella Hall of Fame del calcio italiano per i suoi successi come allenatore e nel 2017 vince il Golden Foot, venendo annoverato tra "Le Leggende del Calcio"

Agli Europei 2021 Mancini, con la conquista del titolo in finale contro l'Inghilterra, è diventato il quinto allenatore ad aver vinto un grande torneo internazionale con l'Italia, dopo Vittorio Pozzo (Mondiale 1934 e Mondiale 1938), Ferruccio Valcareggi (Europeo 1968), Enzo Bearzot (Mondiale 1982) e Marcello Lippi (Mondiale 2006)

La gioia dell’Europeo però dura poco: dopo un girone di qualificazione al Mondiale 2022 non esaltante, con l’Italia che fallisce i due match-point contro la Svizzera (nei quali Jorginho sbaglia due rigori), la Nazionale è costretta ad affrontare le forche caudine degli spareggi. Esce subito: il 24 marzo 2022 l’Italia perde a Palermo contro la Macedonia con un gol beffa di Trajkovski al 92’. È il secondo Mondiale consecutivo a cui la Nazionale non si qualifica

Il 2022 è anche l’anno in cui vengono a mancare due grandi amici, compagni di squadra prima e poi collaboratori: il primo è Sinisa Mihajlovic, scomparso il 16 dicembre 2022, che aveva condiviso con il Mancio gli anni alla Sampdoria e alla Lazio, prima di raggiungerlo all’Inter, dove il terzino serbo inizia la sua carriera di allenatore come vice dell’ex ct. Il secondo è Gianluca Vialli, morto il 6 gennaio 2023 e gemello inseparabile di Mancini nell’anno dello scudetto dei blucerchiati nel 1991 e come capo delegazione nell’Europeo 2020

Il rinnovamento che cerca di avviare Mancini è sin dall’inizio tortuoso: l’ex ct fustiga i club di serie A chiedendo loro di far giocare i giovani e comincia ad aprire le porte di Coverciano a sempre più oriundi e giovani senza un minuto in campionato, come Mateo Retegui, Willy Gnonto e Simone Pafundi. I risultati sono altalenanti e la Nations League del 2023 nei Paesi Bassi si conclude come quella del 2021, con un terzo posto che non sembra dare alcuna prospettiva

Le dimissioni arrivano inaspettate il 13 agosto 2023, con un comunicato FIGC che parla di “dimissioni giunte nella tarda serata di ieri. Si chiude una grande pagina per gli Azzurri”. Le ragioni non sono state rese note e se l’uscita di Mancini arriva a pochi giorni dall’ingresso nel Club Italia di due figure storiche: Gianluigi Buffon, che diventa il nuovo capo delegazione, e Andrea Barzagli, che avrebbe avuto un ruolo nello staff del selezionatore
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