Morbillo, il ritorno di una malattia che può essere letale

Salute e Benessere
Dall'analisi epidemiologica emerge che l’età media rispetto alla tradizionale concezione "infantile" della malattia si è alzata fino a 27 anni (Fotogramma)

Sembrava debellato e invece nei primi mesi dell'anno si sono registrati quasi 2mila casi, a fronte degli 884 registrati in tutto il 2016. Per combatterne la diffusione è importante che si arrivi a soglie di vaccinazione superiori al 95% della popolazione

Sembrava debellato quasi totalmente e invece nei primi mesi del 2017 il morbillo, perlomeno in Italia, è tornato a colpire un numero preoccupante di persone: da gennaio quasi 2mila casi, a fronte degli 884 registrati in tutto il 2016. Considerata la malattia esantematica per eccellenza - ossia che può provocare esantemi, cioè eruzioni cutanee diffuse sul corpo - è una patologia molto contagiosa e in alcuni casi può arrivare ad essere letale.

Può essere letale

Il morbillo, si legge nella scheda che gli dedica l'Istituto superiore di sanità sul portale EpiCentro, è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae). Spesso colpisce i bambini tra 1 e 3 anni, e per questo viene considerata una malattia infantile come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Il morbillo si può tramettere solo nell’uomo e nel periodo di contagio è necessario l’isolamento. In generale i sintomi che presenta - eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina, che dura tra i 10 e i 20 giorni -  non vengono considerati gravi ma in alcuni casi può essere addirittura fatale. Dei 1.920 casi totali registrati da inizio 2017, fa sapere il Ministero della salute, circa un terzo hanno causato almeno una complicanza, e ogni 100mila persone colpite le morti sono un numero compreso tra le 30 e le 100. In alcuni casi, soprattutto quando si tratta di neonati, bambini malnutriti o persone immunocompromesse, il morbillo può provocare superinfezioni batteriche come otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti, che possono risultare particolarmente pericolose.

Epidemia preoccupante

Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Iss, commentando i dati che vedono in crescita i casi di morbillo nel 2017, ha dichiarato: "Purtroppo questi numeri sono inevitabili. Non siamo riusciti a contenere il morbillo e ora non possiamo fare altro che registrare il diffondersi di questa epidemia". Il morbillo, ha ricordato Rezza, è una malattia altamente infettiva e un solo paziente può trasmettere il virus anche a 15 persone sane. Dall'analisi epidemiologica emerge inoltre che l’età media rispetto alla tradizionale concezione "infantile" della malattia si è alzata fino a 27 anni. "Per questo – ha spiegato - è molto importante che si arrivi a soglie di vaccinazione superiori al 95% della popolazione".

Sintomi e categorie a rischio

Il morbillo è una patologia diffusa in tutto il mondo e in Paesi temperati come l’Italia colpisce soprattutto i bambini verso la fine dell’inverno e a primavera. Una volta contratta, però, la malattia dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita. In generale i primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con la febbre che diventa sempre più alta. In un secondo momento compaiono dei puntini bianchi all'interno della bocca e dopo 3-4 giorni, appare l'eruzione cutanea caratteristica (esantema), che è composta da piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. Il fenomeno dura da 4 a 7 giorni e a volte provoca una desquamazione della pelle per qualche giorno. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni e la contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l'eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre. La diagnosi, ricorda il Ministero, si fa solo per osservazione clinica e la malattia deve essere obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie. Negli adulti, il morbillo si manifesta in maniera più forte e, rispetto alla stessa patologia presa in età infantile, può portare un maggior numero di complicazioni serie come l’encefalite, la polmonite morbillosa o altre complicazioni polmonari. 

Vaccino

Per questa patologia non esiste una cura specifica ma si possono trattare i sintomi: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. L’unico modo per non contrarre il morbillo è il vaccino che in Italia non è obbligatorio - tranne che per le reclute all'atto dell'arruolamento - ma che viene raccomandato caldamente dalle autorità sanitarie. Somministrato nel complesso vaccinale che agisce anche contro la rosolia e la parotite (Mpr), si consiglia una prima dose prima del ventiquattresimo mese di vita e preferibilmente tra il dodicesimo e quindicesimo mese. Il richiamo va fatto verso 5-6 anni o 11-12 anni. Il vaccino non viene effettuato negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids.

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