Gentiloni: "Non abbiamo tirato a campare, su banche evitata la crisi"

Politica
Paolo Gentiloni (ansa)

"L'Italia non è più il fanalino di coda in Ue, siamo cresciuti sul fronte occupazionale" ha detto il presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno. Il premier si è detto anche orgoglioso per biotestamento e unioni civili. Poi è salito al Quirinale

“L'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi dal dopoguerra". Per questo, "non siamo più il fanalino di coda dell'Europa". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno. "Quest'anno, oltre che di fine anno, questa conferenza ha anche un significato particolare. Io posso dire innanzitutto che ritengo importante aver raggiunto un obiettivo di questo governo, quello di arrivare a una conclusione ordinata della legislatura", ha detto ancora il premier. Dopo la conferenza stampa Gentiloni è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente Mattarella.

“Questa legislatura è stata anche fruttuosa”

"Questa legislatura che tutti definiscono travagliata è stata anche fruttuosa", ha dichiarato Gentiloni. La crescita italiana nell'anno passato, ha sottolineato, "ha preso un buon ritmo" e oggi viaggia "al doppio delle previsioni di un anno fa". E "il famoso fanalino di coda dell'Europa non siamo più noi". Il capo del Governo ha anche fatto notare che il deficit dell'Italia è "dimezzato" e l'export è ripartito, collocando il Paese fra i cinque maggiori esportatori mondiali. Gentiloni ha anche rivendicato l'importanza del piano industria 4.0 nell'azione del governo perché "la competitività ha bisogno di un'innovazione tecnologica crescente".

"Governo non tira remi in barca"

Per Gentiloni il suo successore a Palazzo Chigi non deve "dilapidare gli sforzi fatti fino a ora e questo deve essere il primo impegno della prossima legislatura. Siamo all'inizio di questo percorso. C'è molta strada da fare. Guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio. Il mio governo era nato un anno fa dopo la sconfitta del referendum, le dimissioni di Renzi e con le difficoltà del Pd, ma non abbiamo tirato a campare", ha detto. "Sarà Mattarella - ha agigunto - a dettare i tempi e i modi dei prossimi passaggi istituzionali, ma assicuro che il governo governerà, non tirerà i remi in barca". 

Occupazione: “Abbiamo recuperato un milioni di posti”

Sul fronte dell'occupazione, per il presidente del Consiglio, "abbiamo recuperato un milione di posti di lavoro perduti, in maggioranza a tempo indeterminato. C'è poco da rallegrarsi, basti pensare ai giovani, al Sud, al tasso di occupazione generale ancora bassissimo, alle donne, al precariato. Tutto questo ci dice quanto bisogna insistere e quanto ci sia poco da scherzare nei prossimi anni", ha detto il capo del governo.

Banche: “Governo ha evitato conseguenze di crisi di sistema”

Nella conferenza stampa di fine anno Gentiloni ha toccato anche il tema banche: "Nel fronteggiare la crisi delle banche il governo ha evitato le conseguenze di una crisi di sistema, altro che regalare soldi ai mariuoli", ha detto. "Vigileremo perché il risanamento prosegua con ritmo necessario ma evitiamo crisi create da regole improvvisate", ha affermato il capo del governo.

“Orgoglioso per unioni civili e biotestamento”

Gentiloni ha poi rivendicato i risultati in tema di diritti: "L'anno scorso le unioni civili, quest'anno il reato di tortura, la legge sui minori non accompagnati, la legge contro la violenza sulle donne, il biotestamento. Da 16 anni ne sentivo parlare e sono contento e orgoglioso di aver fatto parte dei governi che li hanno approvati", ha detto il premier. 

Ius soli: “Non siamo riusciti a mettere insieme i numeri”

Non poteva mancare nella conferenza stampa di fine anno del capo del governo un riferimento alla legge sullo Ius soli, bloccata per mancanza di numero legale al Senato. "Il modo migliore per archiviarla - ha detto il premier - sarebbe stato quello di farla bocciare. Io certamente ho provato, perché sono convintissimo dell'importanza di questa norma, che non ha nulla a che fare con gli sbarchi dei migranti ma che riguarda invece migliaia di ragazzini che si sentono e sono italiani. Sappiamo che il futuro, se guardiamo lontano, si gioca sulla nostra capacità di non escludere e non respingere, perché sennò raccogli odio". Tuttavia, ha detto Gentiloni, "la verità è che non siamo riusciti a mettere insieme i numeri sufficienti per approvarla, naturalmente è un difetto dell'azione di governo, ma non ci siamo riusciti. Non c'era incertezza sul contenuto, ma sui numeri", ha spiegato il premier.

“Futuro? Mi occupo del governo di oggi”

Inevitabili, durante la conferenza stampa di fine anno, le domande sul futuro governo dopo le elezioni del 2018. Gentiloni, però, ha glissato: "Io mi occupo del governo di oggi, che è abbastanza, poi mi auguro che il Pd abbia un buon risultato e che questo faciliti la costruzione di un governo". E ancora: "Non voglio fare polemica con questo o quel partito, penso che ci sia un interesse generale ad avere una campagna elettorale che limiti per quanto possibile sia la diffusione di paure, la promozione di illusioni, il dilettantismo. Sono rischi che abbiamo di fronte. Più la campagna elettorale sarà lontana dalla facile vendita di paure e da dilettanti allo sbaraglio - ha concluso - meglio sarà per il Paese". E sul Partito Democratico: "Penso che il Pd in questo contesto abbia tutto l'interesse ad apparire quello che è: una forza tranquilla di governo. Questo è il messaggio che a mio avviso il Pd deve trasmettere e trasmettendolo recupererà consensi", ha detto Gentiloni.

“Il 2017 è stato l’anno della sconfitta militare di Daesh. Ma questo non cancella i rischi”

Guardando all’estero, Gentiloni ha anche parlato di Isis: "Il 2017 è stato l'anno della sconfitta militare di Daesh, una sconfitta alla quale anche il nostro Paese ha dato un contributo rilevante con le sue capacità di addestramento e supporto". Questo però, ha ammonito Gentiloni, non vuol dire che “siamo al riparo da minacce terroristiche che possono essere sia organizzate che venire da singoli individui radicalizzati. L'unica cosa che possiamo fare è essere consapevoli che abbiamo forze di sicurezza e di intelligence all'altezza e di ottimo livello. Ma questo non cancella i rischi", ha detto il capo del governo.

Migranti: “Le vittime in mare diminuite, aumentati i rimpatri”

Sui migranti, Gentiloni ha rivendicato i risultati raggiunti dal suo esecutivo e detto che "la gestione di questo fenomeno è possibile e l'Italia lo dimostra. In sostanza abbiamo dimostrato che c'è una strada seria che si può percorrere e continueremo a farlo". Alla diminuzione di arrivi, ricorda Gentiloni, corrisponde un minor numero di morti: "Le vittime in mare sono diminuite dalle 4.405 del 2016 alle 2.832 del 2017". Il premier ricorda anche come sia aumentato il numero dei rimpatri, passati dai 1.200 dello scorso anno agli oltre 20mila del 2017. "Quest'anno - afferma - è stato attivato il primo corridoio umanitario dalla Libia".

"Intervento in Niger nell'interesse italiano"

Gentiloni ha anche rivendicato l’impegno italiano in Niger perché, ha detto, quello africano “è un Paese pronto forse più degli altri a collaborare sulle migrazioni anche perché è un Paese di transito. Se diamo il nostro contributo al consolidamento delle capacità di tenuta di quel Paese facciamo una cosa sacrosanta per l'interesse italiano". "Andiamo in Niger - ha proseguito Gentiloni - in seguito a una richiesta del governo locale pervenuta a inizio dicembre per un contributo italiano a fare le cose che normalmente facciamo in questi Paesi, come ad esempio in Libia: consolidare gli assetti di controllo del territorio e delle frontiere e rafforzare le forze di polizia locali". 

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