Rosatellum, bagarre al Senato dopo la fiducia posta dal governo

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A Palazzo Madama ha preso oggi il via l'iter per approvare la riforma. Fiducia posta su cinque articoli della legge. Renzi: "Scelta legittima". Le opposizioni protestano in aula e in piazza: Mdp vota contro: fuori dalla maggioranza. Domani la prima votazione

Il governo ha posto al Senato la fiducia su cinque dei sei articoli del Rosatellum 2.0 (l'uno, il due, il tre, il quattro e il sei). Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, dopo che la proposta di legge elettorale era approdata oggi in aula tra le proteste delle opposizioni. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha quindi convocato la conferenza dei capigruppo, per stabilire i tempi delle votazioni.

Mdp fuori dalla maggioranza

"Noi votiamo contro queste fiducie e quindi come Mdp usciamo anche formalmente da questa maggioranza". Lo ha annunciato la capogruppo di Articolo 1-Mdp Cecilia Guerra lasciando la conferenza dei capigruppo del Senato. 

Domani la prima votazione

Intanto, la conferenza dei capigruppo ha stabilito per domani alle 14 la prima chiama dei cinque voti di fiducia sul Rosatellum 2.0. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì 26 alle 12. 

Le proteste in aula. Renzi: "Fiducia scelta legittima"

"Vergogna, vergogna" . Con queste parole Sinistra italiana ha accolto la decisione di porre la fiducia sulla legge elettorale, mostrando in aula i cartelli – con la scritta “zero fiducia” - con cui oggi pomeriggio ha manifestato davanti a Palazzo Madama. Proteste anche dai banchi di Mdp. "È inaccettabile la reiterazione del voto di fiducia anche al Senato”, ha commentato Nichi Vendola a margine della manifestazione indetta da Mdp e Sinistra italiana contro il Rosatellum. “È inaccettabile una legge elettorale last minute mentre si sta per andare a votare". Per protestare contro la fiducia sulla legge elettorale, i senatori del gruppo M5s hanno invece indossato delle bende bianche sugli occhi. "Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo e questa legge elettorale permetterà ai cittadini di scegliere i parlamentar", ha detto invece Renzi: "Il resto è discussione autoreferenziale e lontana dai problemi delle persone".

Respinte le questioni sollevate dalle opposizioni

"La fiducia è una facoltà del governo nei riguardi del Parlamento". Il presidente del Senato Pietro Grasso, ha risposto così alle critiche sollevate dalle opposizioni.  
In precedenza, l'aula del Senato aveva inoltre respinto con alzata di mano le questioni pregiudiziali presentate da M5S e Sinistra Italiana contro la riforma della legge elettorale. Bocciata anche la questione sospensiva del Movimento 5 Stelle. I parlamentari pentastellati avevano chiesto di votare a scrutinio segreto ma il presidente di Palazzo Madama aveva dichiarato inammissibile tale richiesta.

Il Rosatellum in Senato

Il Rosatellum, la nuova discussa legge elettorale, è approdata nell'aula di Palazzo Madama in un clima teso. Il Partito democratico, di fronte a oltre 200 emendamenti e il rischio di una cinquantina di voti segreti, aveva chiesto già questa mattina di blindare il testo con cinque voti di fiducia, uno per ogni articolo della legge, per poi votare il provvedimento nel suo complesso. L'obiettivo dei sostenitori della riforma è dare il via libera definitivo alla legge entro giovedì sera.

Opposizioni lasciano commissione per protesta

Un percorso di fatto già segnato che ha fatto insorgere le opposizioni: M5S, Sinistra italiana e Mdp hanno abbandonato per protesta lunedì i lavori della commissione Affari costituzionali della Camera: "E' una farsa", è il giudizio lapidario, "e noi non ci stiamo, non ci possiamo prestare a questa sceneggiata". La scelta delle opposizioni ha di fatto accelerato l'iter della riforma: fino al pomeriggio di lunedì i lavori in commissione procedevano a rilento, poi l'uscita di scena di Sinistra italiana, pentastellati e Dempro ha fatto sì che l'iniziale previsione di andare in Aula senza mandato al relatore venisse ribaltata: via libera dei commissari al testo.

Numeri risicati sul voto di fiducia

Per tutto il giorno Pd e Forza Italia hanno fatto di conto: il nodo resta il numero legale da garantire in Aula in ogni votazione. E la fiducia complica le cose, visto che sia FI che Lega non sono disposte a votarla, nonostante facciano parte del patto sul Rosatellum assieme a Pd e Ap, ma restare nell'emiciclo e non votare equivale all'astensione, che al Senato è un voto contrario. Dunque, la partita si giocherà tutto sull'equilibrio tra assenze - giustificate e non - e presenze. Riflettori puntati sui verdiniani: la maggioranza di governo punta ad essere autosufficiente sui voti di fiducia, ma forse servirà il 'soccorso' di alcuni senatori di Ala, se non addirittura di Forza Italia. L'ipotesi estrema, viene spiegato, è che alcuni senatori azzurri, in caso di "serio pericolo" che la fiducia non passi per mancanza del numero legale, possano votare contro pur di assicurare la validità della votazione.

Previste proteste in piazza

Dopo le proteste in piazza di Sinistra italiana e Mdp di oggi, mercoledì sarà la volta dei pentastellati (attesi anche Grillo e Casaleggio). Luigi Di Maio incalza: "E' una legge elettorale contro di noi, ma non potranno fermare il corso della storia". Non e' da meno Pierluigi Bersani: "E' una legge elettorale vergognosa, il Pd non ci prenda sottogamba". I pentastellati tornano ad invocare l'intervento del Capo dello Stato e dal blog di Grillo chiedono a Mattarella di "non firmare la legge" se non viene prima modificata. 

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