Referendum autonomia, Salvini: "Lezione di democrazia per l'Europa"

Politica

Il giorno dopo le urne, con la vittoria del Sì e l’affluenza al 38,33% in Lombardia e al 57,2% in Veneto, il leader della Lega: “Meglio di così non poteva andare”. Zaia sul futuro: “Roma può chiudere partita in qualche mese”. I PROSSIMI PASSI

Il giorno dopo il referendum consultivo sull’autonomia in Lombardia e Veneto, la Lega Nord si gode la vittoria del Sì e i dati giudicati positivi sull’affluenza: 38,33% nella regione di Roberto Maroni (95,29% i Sì) e 57,2% in quella di Luca Zaia, dove c’era il quorum (98,1% i Sì). “È stata una lezione di democrazia per tutta Europa.  Abbiamo ancora negli occhi gli scontri tra Barcellona e Madrid. Noi abbiamo scelto la via legale, pacifica e costituzionale. La stessa opportunità la offriremo da Nord a Sud a chi ce lo chiederà”, ha detto il leader del Carroccio Matteo Salvini in una conferenza stampa in via Bellerio, a Milano.

Salvini: “Meglio di così non poteva andare”

Salvini ha spiegato che non ha ancora visto di persona Maroni e Zaia, ma ha aggiunto che “in questi giorni li ho sentiti più dei miei genitori, abbiamo concordato la strategia per passare dalle parole ai fatti”. “Quelli che dicevano che la linea nazionale della Lega avrebbe trovato problemi al Nord non ha capito un accidente. Le richieste di autonomia hanno convinto 5,5 milioni persone a votare e Maroni e Zaia avranno pieno mandato a trattare”, ha detto. E ancora: “Meglio di così non poteva andare. Abbiamo vinto sui poteri forti cinque a zero. Ora mi aspetto che il governo dica quando intende accogliere questa richiesta che sale dal popolo. Il nostro interlocutore è il presidente del Consiglio dei ministri”. Salvini, citando le elezioni in Repubblica Ceca e Austria e le vittorie dei populisti, ha poi aggiunto che il risultato “è in linea con quanto sta succedendo in tutta Europa”. “Il prossimo turno – ha detto ancora – è quello dell’Italia, noi ci stiamo attrezzando. Gli alleati del centrodestra sappiano che il tema posto dai referendum diventa centrale”. Una stoccata, infine, agli avversari: "Il silenzio di queste ore di Renzi e Grillo, che parlano di tutto e su tutti, è abbastanza particolare”.

Zaia: “Roma può chiudere partita in qualche mese”

“È un momento storico, anche perché queste riforme partono dal basso. A quel tavolo a Roma non si siederà un rappresentante della politica, ma si siede il popolo veneto. E penso che il governo non potrà non tenere conto di questo grande mandato popolare”, è stato invece il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia, ai microfoni di Sky TG24. Il presidente ha confermato che, “nel rispetto della Costituzione”, la Regione chiederà maggiori competenze su 23 materie e i nove decimi delle tasse. Sui prossimi passi, Zaia ha detto: “Noi non perdiamo tempo. Approviamo il disegno di legge. Questo testo avrà una decina di giorni di confronto col territorio, poi ci sarà la seconda lettura in giunta e diventerà legge in Consiglio regionale. Poi si aprirà il tavolo a livello nazionale. In qualche mese Roma può chiudere questa partita. Non è vero che questo governo non è più legittimato a trattare, noi siamo disponibili e non cerchiamo la rissa”. A chi lo indica come il futuro premier, poi, Zaia ha risposto: "Soprattutto davanti a un voto come questo bisogna stare qui in Veneto e fare presidio".

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