Secondo le rivelazioni dei media sarebbero coinvolte Daimler, Bmw e Volkswagen che, oltre che gli animali, avrebbero usato 25 persone come cavie. Policlinico di Aquisgrana: "Nulla a che fare con dieselgate". Merkel: "Limitare le emissioni, non mostrarne innocuità"
Dalla stampa tedesca arrivano pesanti accuse all'industria automobilistica del Paese. È sospettata di aver finanziato esperimenti per far inalare i gas di scarico emessi dai motori diesel non solo a scimmie ma anche a esseri umani. Bmw, Daimler e Volkswagen rischiano, quindi, di essere travolte da un nuovo scandalo. Ma il policlinico universitario RWTH di Aquisgrana, che ha condotto i test, replica che lo studio "nulla a che fare contenutisticamente con la questione del dieselgate" e riguardava invece le condizioni di lavoro dei dipendenti dell'industria dell'auto.
Test anche su esseri umani
L’inchiesta era partita dal New York Times che aveva parlato soltanto di test su animali. Sueddeutsche Zeitung e Stuttgarter Zeitung rivelano, però, che anche 25 persone sarebbero state utilizzate come cavie. Il tema ha coinvolto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha sollecitato i gruppi dell'auto tedesca a fare chiarezza. I test su 25 persone delle quali parla la stampa tedesca si sarebbero basati sull'inalazione di diossido di azoto per tre ore al giorno per quattro settimane consecutive, stando a quanto emerge nella ricerca pubblicata il 7 maggio 2016 sulla rivista International Archives of Occupational and Environmental Health, condotta dall'università tedesca di Aquisgrana e dalla Società di Ricerca europea per l'Ambiente e la Salute nei Trasporti (Eugt), chiusa nel 2017.
"Studio sugli umani non ha ha che fare con il dieselgate"
E proprio il policlinico universitario RWTH di Aquisgrana spiega che i test sui gas di scarico fatti sulle persone furono realizzati per verificare la sicurezza delle condizioni di lavoro dei dipendenti dell'industria dell'auto. Lo studio sulle emissioni di diossido di azoto fu "autorizzato dal comitato etico dell'università" e non aveva "nulla a che fare contenutisticamente con la questione del dieselgate", "né avevano alcun collegamento con gli esperimenti fatti sulle scimmie citati dal New York Times. Inoltre, aggiunge il policlinico, "il carico a cui sono stati sottoposti i soggetti dei test era chiaramente inferiore rispetto ai livelli di concentrazione che si possono riscontrare in tanti posti di lavoro in Germania. E in conformità con questo nessuno ne è stato danneggiato".
Le reazioni dei colossi tedeschi
Dopo il nuovo scandalo, non si sono fatte attendere le reazioni dei diretti interessati: Volkswagen ha preso "nettamente le distanze da qualsiasi forma di maltrattamenti di animali". "Prendiamo le distanze dagli studi dell'Eugt", ha dichiarato invece un portavoce di Daimler. "Siamo costernati - ha aggiunto - per l'ampiezza e la messa in opera degli studi". Anche la controllata Mercedes "ha fermamente condannato gli esperimenti". Finora l'unica a non pronunciarsi è stata Bmw.
Merkel: "Limitare le emissioni, non mostrarne innocuità"
Arrivano anche le reazioni dal mondo politico tedesco. La cancelliera Angela Merkel sollecita i gruppi dell'auto tedesca coinvolti nello scandalo a fare chiarezza. I consigli di amministrazione e chi ha commissionato i test dovranno ora rispondere alle difficili domande su quale fosse lo scopo delle prove, ha affermato il portavoce Steffen Seibert, in conferenza stampa. Poi la condanna: "Le industrie dell'auto avrebbero dovuto limitare le emissioni e non dimostrarne la presunta innocuità". Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dell'Ambiente, Barbara Hendricks: "Sono sconcertata di apprendere le rivelazioni sui test di emissioni effettuati su umani e scimmie". "È bene, ed è il meno che potevano fare, che le aziende coinvolte abbiano preso le distanze dai test e fatto le loro scuse" ha poi dichiarato Bernd Althusmann, ministro dell'Economia della Bassa Sassonia, lo Stato regionale azionista di Vw.