Continua braccio di ferro tra Madrid e Barcellona. Govern si spacca sulla risposta al commissariamento. Pdecat e Erc si rivolgono alla Consulta per bloccarlo. Puigdemont non va al Senato: “Non perdiamo tempo con chi ha già deciso di distruggere autogoverno Catalogna”
Continua il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona. “Non perdiamo tempo con chi ha già deciso di distruggere l'autogoverno della Catalogna. Andiamo avanti!”, ha scritto su Instagram il presidente catalano Carles Puigdemont a proposito della sua decisione di non andare giovedì al Senato di Madrid. Durante un’interrogazione davanti al Congresso dei deputati, invece, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha detto che l'attivazione dell'articolo 155 della Costituzione e il commissariamento della Catalogna sono “l'unica risposta possibile” alla sfida indipendentista di Puigdemont. L'applicazione del 155, ha aggiunto il premier, deve ripristinare la legge e l'ordine costituzionale in Catalogna. A proposito di articolo 155, i gruppi al Senato dei partiti indipendentisti catalani Pdecat e Erc hanno presentato un ricorso alla Corte costituzionale spagnola chiedendo che come misura cautelare ne blocchi la procedura di adozione. Secondo i senatori dei due partiti, infatti, la procedura attivata dal governo comporterebbe diverse irregolarità e violerebbe i diritti delle minoranze tutelati dall art.23 della Costituzione.
Governo catalano diviso su risposta a Madrid
Il governo catalano, intanto, sarebbe diviso sulla risposta che deve dare nelle prossime 48 ore a Madrid sull’attivazione dell'art.155. Il presidente Puigdemont ha convocato in serata una riunione straordinaria a cui partecipano anche i leader della coalizione Junts Pel Sì. Secondo La Vanguardia, le divergenze sulla risposta alla minaccia di commissariamento di Madrid “portano il governo sull'orlo della crisi”. Puigdemont in queste ore è stato impegnato in un ciclo di febbrili consultazioni. Sul tavolo due opzioni principali, secondo la stampa catalana: la fuga in avanti e la proclamazione della “Repubblica catalana”, o la convocazione di elezioni anticipate che potrebbero fermare l'applicazione dell'art.155. Secondo El Periodico, “nel Govern cresce la richiesta di elezioni”. La coalizione indipendentista Junts Pel Si (JpS), invece, chiederebbe che la “Repubblica catalana” sia proclamata durante la sessione del Parlament di giovedì e venerdì.
Puigdemont non parla al Senato spagnolo
Puigdemont non si è ancora sbilanciato sulla sua decisione. Ma ha fatto sapere che non parlerà giovedì alle 17 davanti al Senato spagnolo. Il presidente catalano sarebbe dovuto intervenire davanti all’assemblea che venerdì dovrebbe dare il via libera all'attivazione dell'articolo 155. Il vice presidente catalano Oriol Junqueras, capogruppo di Erc, avrebbe detto all'Associated Press che la Spagna non ha lasciato ai separatisti catalani “nessuna alternativa” alla proclamazione di una nuova Repubblica.
Le prossime manifestazioni
Se il governo di Madrid attiverà il commissariamento “duro” della Catalogna, ha aggiunto il capogruppo di Erc al Congresso dei deputati spagnolo Joan Tardà, la gente "scenderà in piazza in difesa delle istituzioni". Il dirigente di Erc ha paragonato la situazione attuale con quella subita dalla Catalogna sotto il "dittatore Francisco Franco". Una manifestazione indipendentista, intanto è prevista per venerdì alle 17 a Barcellona: a convocarla l'Assemblea Nazionale Catalana (Anc), la principale organizzazione della società civile indipendentista, nell'ipotesi di una proclamazione della “Repubblica”. Manifestazione contro l’indipendenza, invece, convocata domenica sempre a Barcellona dall'organizzazione unionista Società Civile Catalana (Scc).