La Lega nazionale football ha deciso che gli atleti che durante l’inno americano non rimarranno in piedi, in segno di dissenso per le discriminazioni razziali, non saranno puniti. Il presidente Usa aveva chiesto fossero licenziati: “Mancanza di rispetto verso il Paese”
Nessuna punizione per i giocatori di football che si inginocchiano durante l'inno americano in segno di protesta contro le discriminazioni razziali. È quanto ha deciso la Lega nazionale football (Nfl), ignorando di fatto il presidente Donald Trump che chiedeva il licenziamento dei giocatori per disprezzo della bandiera.
Sì alla libertà di espressione
La Nfl ha ignorato anche però una fetta di quei fan del football che supportano il presidente, decidendo invece, nella riunione tenutasi a New York tra i rappresentanti dei proprietari dei 32 club e dei giocatori di cedere alla richiesta di libera espressione degli atleti.
Trump: “Mancanza di rispetto”
Dura la reazione di Trump, che su Twitter ha scritto: "La Lega nazionale di football non obbligherà i giocatori a stare in piedi durante l'inno nazionale. Totale mancanza di rispetto verso il nostro grande paese!".
#TakeAKnee
La protesta degli atleti era scoppiata alla fine di settembre e, oltre al football, aveva coinvolto anche i giocatori di basket dell’Nba e quelli della Mlb, la lega professionistica del baseball americano. In ginocchio, però, hanno poi iniziato a mettersi anche le star dello spettacolo, da Stevie Wonder a Pharrell Williams fino a Roger Waters, tutti all’insegna dell’hashtag #TakeAKnee.