Catalogna, Puigdemont: indipendenza per legge. Pp: "Rischia carcere"

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Il presidente catalano potrebbe proclamare ufficialmente la scissione. Dal partito del premier arrivano duri avvertimenti. Rajoy: "Spagna non si dividerà, impediremo separazione". Domenica centinaia di migliaia di persone alla manifestazione unionista di Barcellona

La Catalogna vive ore di attesa e tensione in vista della seduta del Parlamento catalano di martedì 10 ottobre. L’assemblea dovrebbe dichiarare l’indipendenza ma Madrid ha ribadito che questa sarà impedita. 

Puigdemont domani in Parlamento

I rappresentanti del Parlamento, guidati dal presidente Jordi Sanchez, e la coordinatrice generale del Partito democratico europeo catalano (PDeCAT), Marta Pascal, hanno confermato che martedì Puigdemont confermerà la validità del referendum dell'1 ottobre, dichiarato illegale da Madrid. Inoltre, indicherà anche il cammino che intende seguire il suo governo per raggiungere l'indipendenza.

Pp avverte Puigdemont: rischia carcere

Il vicesegretario del Pp Pablo Casado ha lanciato un duro monito al presidente catalano Puigdemont avvertendolo che se dichiara l'indipendenza rischia di finire in carcere come il suo predecessore Lluis Companys che tentò di proclamarla nel 1934. Anche la vicepremier di Madrid Soraya Saenz de Santamaria ha minacciato che una possibile dichiarazione di indipendenza di Puigdemont "non rimarrà senza risposta" da parte dello stato spagnolo.

Rajoy ribadisce: impediremo indipendenza

Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha ribadito che Madrid impedirà l'indipendenza catalana. Il governo "farà tutto il necessario, la separazione della Catalogna non si produrrà. La Spagna non si dividerà, e sarà preservata l'unità nazionale".

Sicurezza Tribunale alla polizia spagnola

Alla vigilia della possibile dichiarazione di indipendenza catalana, il presidente del Tribunale superiore di giustizia (Tsjc) in Catalogna Jesus Maria Barrientos ha deciso di affidare la responsabilità della sicurezza del Palazzo di Giustizia alla polizia spagnola, togliendola ai Mossos d'Esquadra, la polizia catalana. Il Tsjc è titolare dei procedimenti avviati dalla giustizia spagnola contro le autorità catalane per il referendum di indipendenza.

In migliaia in piazza per l’unità

Gli unionisti intanto non si fermano e domenica 8 ottobre hanno mostrato la loro forza con un milione di persone in piazza a Barcellona. Centinaia di migliaia di persone - 350mila per la polizia, 950mila per gli organizzatori - hanno invaso il centro di Barcellona con le bandiere spagnole in mano per opporsi ai piani del presidente catalano Carles Puigdemont (LE FOTO). Una moltitudine arrivata da tutta la Catalogna e da tutta la Spagna al grido di "Siamo catalani, catalani e spagnoli". "Non siete soli", ha twittato il premier spagnolo Mariano Rajoy salutando il mega raduno.

Unionisti e indipendentisti

La soluzione della crisi sembra dunque ancora lontana (AZIENDE IN FUGA). Resta, ad ogni modo, il dato politico: la piazza da ieri non è più solo appannaggio dei soli secessionisti, e se le bandiere sventolate negli  ultimi mesi in pubblico erano solo quelle catalane, dall’8 ottobre a queste si sono aggiunte la bandiera spagnola e quella dell'Unione Europea. Un messaggio che va al di là della sola questione catalana e si allarga ad un continente scosso dai sovranismi.

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