Il Coordinamento dei diritti e le libertà, Ecfr, ha denunciato l’evento come un tentativo di “intimidazione” delle autorità. I genitori di Giulio: “sembra che la libertà e la sicurezza di coloro che ci aiutano sia a rischio”
Il Coordinamento egiziano dei diritti e le libertà (Ecfr), che sostiene gli sforzi della famiglia Regeni per ottenere la verità sulla morte del figlio Giulio, denuncia il tentativo di "intimidazione" delle autorità egiziane, con una "visita a sorpresa nell'ufficio di Ecfr con l'obiettivo di chiuderlo".
La nota dell’Ecfr
In una nota, l'Ecfr spiega che funzionari "dell'autorità per le Investigazioni - accompagnati dalla sicurezza nazionale e da poliziotti - sono entrati nel loro ufficio spiegando di doverlo chiudere e tentando di mettere un sigillo alla porta". I legali presenti hanno replicato che la chiusura dell'ufficio era "illegittima perché la loro ong opera in conformità con la legge egiziana. I funzionari sono andati via ma hanno affermato che sarebbero tornati presto".
La risposta della famiglia Regeni
Nella nota si aggiunge che Paola e Claudio Regeni e il loro avvocato Alessandra Ballerini hanno commentato: "Ancora una volta, sembra che la libertà e la sicurezza di coloro che ci aiutano a fare luce sulla morte di Giulio sia a rischio".
Il precedente
Nella nota si ricorda ancora che nell'ottobre 2016, un'altra commissione dell'Autorità per le Investigazioni aveva fatto una visita a sorpresa simile.
ECFR ricorda che "non è una coincidenza il fatto che i suoi legali vedranno presto i familiari di Giulio Regeni per continuare ad aiutarli nell'indagine".