Attentato Barcellona, scarcerato uno dei 4 arrestati: “Pochi indizi”

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Giudice conferma il carcere per altri due e si riserva di decidere sul quarto. Uno ammette: preparavamo un grande attentato

Tre dei quattro sospettati per l'attentato di Barcellona resteranno in carcere, mentre uno di loro è stato liberato. Lo ha deciso il giudice che sta seguendo il caso, negando la cauzione a due di loro, prolungando di 72 ore la carcerazione per un terzo e liberando il quarto.

Scarcerato uno dei 4 arrestati

Il giudice del Tribunale nazionale Fernando Andreu ha comunicato la sua decisione dopo aver interrogato i quattro in merito al sanguinoso attacco a Barcellona. Andreu ha spiegato che vi sono sufficienti prove per tenere in carcere Mohamed Houli Chemlal, 21 anni, e Driss Oukabir, 28 anni con l'accusa di aver provocato morti e feriti con modalità terroristiche oltre che di appartenenza a un'organizzazione terroristica. Il giudice ha anche scritto che Mohamed Houli Chemlal è in arresto anche per compravendita di esplosivi.

Carcerazione prolungata

Resta in carcere per le prossime 72 ore in attesa degli sviluppi delle indagini Sahl El Karib, gestore  dell'internet café di Ripoll, località di provenienza della maggior parte dei componenti la cellula terroristica. Il suo internet café è stato perquisito proprio nella serata del 22 agosto. Infine il giudice ha ritenuto di non avere elementi "abbastanza solidi" per tenere in carcere Mohamed Aalla.

"Preparavamo un grande attentato"

Intanto, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, Mohamed Houli Chemlal ha ammesso davanti al giudice che era il tempio icona di Antoni Gaudì visitato ogni giorno da migliaia di turisti, la Sagrada Familia, il primo obiettivo dell’attentato terroristico a Barcellona. Mentre il giudice ha reso noto che nel covo di Alcanar, esploso il giorno prima dell'attacco, è stato trovato un documento dell'Isis, Chemlal ha risposto a tutte le domande, svelando i piani del gruppo jihadista. Ha confermato che l'imam di Ripoll, Abdelbaki Es Satty era il leader spirituale del gruppo, e che il religioso voleva immolarsi nel grande attentato kamikaze che avevano pianificato. Ma poi nella notte di mercoledì, poche ore prima dell'attacco sulla Rambla, il covo è andato distrutto per un errore nella manipolazione della 'madre di Satana', l'esplosivo artigianale dell'Isis che la banda doveva usare per imbottire, con anche 120 bombole di gas, tre furgoni da usare nel 'grande attentato'. L'imam è rimasto ucciso insieme a un altro terrorista, e Chemlal, che si trovava con loro, è stato raccolto fra le macerie gravemente ferito. I terroristi, tutti molto giovani, nono state non avessero più un capo né esplosivi, decisero comunque di attaccare sulla Rambla e a Cambrils. Come è emerso dalle indagini, i coltelli utilizzati per il secondo attacco erano stati comprati pochi minuti prima di agire.


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