L'Onu punisce Pyongyang, gli Usa minacciano la guerra

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Il Consigliere per la sicurezza nazionale di Trump spiega: "Stiamo preparando dei piani per contrastare la minaccia nucleare". Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu vara nuove sanzioni 

Gli Stati Uniti sono pronti a tutto per porre fine alla minaccia nucleare della Corea del Nord, anche a "una guerra preventiva". Parola di H.R. McMaster, il consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, che sferra un affondo senza precedenti verso Pyongayang proprio nel giorno in cui al Palazzo di Vetro dell'Onu vengono approvate sanzioni economiche senza precedenti contro il regime di Kim Jong-un. Votate all'unanimità dopo l'accordo raggiunto con la Cina.

"Pronti a ogni azione"

"Se mi chiedete se stiamo preparando piani per una guerra preventiva rispondo di sì, una guerra per porre fine alle minacce di un attacco nucleare della Corea del Nord verso gli Stati Uniti", ha affermato McMaster.

"Il presidente Trump - ha aggiunto - è stato molto chiaro su questo. Ha detto che non tollererà più le minacce della Corea del Nord. Per lui è intollerabile che abbiano armi nucleari che possano minacciare gli Usa. L'opzione militare è dunque sul tavolo".
McMaster ha aggiunto di essere consapevole che ogni attacco alla Corea del Nord potrebbe portare a "una guerra molto costosa che potrebbe causare sofferenze immense soprattutto alla popolazione sudcoreana".  

Taglio di un miliardo di dollari l'anno

Intanto l'Onu invia un messaggio forte varando la risoluzione proposta dagli Usa con l'obiettivo di mettere in ginocchio l'export di Pyongyang, con un divieto assoluto che riguarda i settori del carbone, ferro, piombo e dei prodotti ittici. Un colpo durissimo per un Paese povero e gia' profondamente isolato. Per il regime di Kim le nuove misure punitive significano un taglio di un miliardo di dollari l'anno, un terzo delle entrate complessive legate alle esportazioni. Il testo della risoluzione è frutto di un duro lavoro diplomatico svolto nelle ultime settimane al Palazzo di Vetro con i rappresentanti della Cina, il principale partner commerciale di Pyongyang. Con Pechino che, dopo mesi di braccio di ferro, per la prima volta non solo si è astenuta dal veto ma ha appoggiato il testo americano. Con tanto di ringraziamenti da parte dell'ambasciatrice Usa Nikki Haley.


Test missilistici

I timori per gli ultimi test missilistici e nucleari sono alti. Il regime di Kim Jong-un ha mostrato con le ultime provocazioni di poter davvero colpire gli Usa, senza considerare il pericolo di un conflitto nell'area del sudest asiatico con le continue minacce di Pyonyang a Giappone e Corea del Sud. Proprio questi timori hanno spinto le grandi potenze a lavorare per una mediazione in seno all'Onu. Il testo di risoluzione non e' duro come avrebbe voluto l'amministrazione Trump, che puntava anche a impedire definitivamente l'accesso della Nord Corea ai mercati valutari internazionali e alle forniture di petrolio. Ma oltre a colpire interi settori dell'export, le sanzioni proposte pongono nuovi limiti alla possibilita' di Pyongyang di stipulare joint venture e alle attività della Foreign Trade Bank nordcoreana. Previsto pure il divieto di inviare nuovi lavoratori all'estero.

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