Terremoto tra Grecia e Turchia, Ingv: "Zona sismicamente molto attiva"

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Nella zona colpita dal sisma ci sono diversi sistemi di faglie attive e storicamente si sono avuti anche sismi più forti. L'Istituto: probabilmente seguiranno nuove scosse

Il terremoto che ha colpito l'isola greca di Kos e la città turca di Bodrum si è sviluppato in un'area ad alta sismicità. Il livello della scossa, di magnitudo 6.7 della scala Richter, comporterà quasi sicuramente nuove scosse per una settimana. Lo spiega Alessandro Amato, sismologo dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia (Ingv), ed esperto di maremoti.

La dinamica del terremoto

Il sisma è stato generato dal blocco turco-anatolico, “che si muove abbastanza rapidamente verso ovest, in direzione dell'Egeo, sotto la spinta dell'Arabia. In tutto l'Egeo, con Creta e le altre isole, ci sono poi deformazioni con faglie attive, che riaccomodano questi movimenti”, spiega il sismologo. Nella zona colpita dal sisma ci sono diversi sistemi di faglie attive, e storicamente si sono avuti anche sismi più forti. “Ci sono state già diverse repliche, e visto che è stato un terremoto forte, seguiranno altre scosse, probabilmente per una settimana”.

 

Nessun collegamento col sisma precedente

Un sisma che però non sembra, secondo Amato, essere collegato a quello verificatosi circa un mese fa più a Nord, nella provincia di Smirne. “Sono due terremoti vicini, ma non sulla stessa faglia e zona”, rileva. Al sisma “è seguito un piccolo tsunami, con parecchie onde che si sono succedute. Il alcune zone c'è stato un allagamento di 10-20 centimetri, e l'acqua all'inizio si è ritirata per 25 centimetri circa”. Uno tsunami con “correnti forti, ma non devastanti”, e per cui è stata emessa un'allerta in tempi molto rapidi. Dal Centro Allerta Tsunami (Cat) dell'Ingv “siamo riusciti a diramarlo in tempi molto rapidi, appena 10 minuti dopo il sisma, prima di Grecia e Turchia”. Per l'Italia però non c'è mai stato pericolo.

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