Arrestata la direttrice di Amnesty Turchia: “Duro colpo ai diritti”

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Prosteste di Amnesty in Turchia, nel novembre 2016 (Getty Images)

Per sei attivisti dell'organizzazione è stata disposta la custodia cautelare. Potrebbero restare in questa condizione fino a cinque anni

Sei attivisti per i diritti umani, fra cui la direttrice di Amnesty International per la Turchia, Idil Eser, sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare; l'accusa è quella di aver sostenuto un gruppo terroristico, senza farne parte.

La vicenda

Lo scorso 5 luglio dieci attivisti erano stati fermati a Istanbul durante un workshop sulla sicurezza informatica e, a distanza di 12 giorni, sono stati interrogati dalla magistratura. Quattro di loro sono stati rilasciati (pur restando sotto indagine), mentre per gli altri sei è stata disposta la custodia cautelare; un provvedimento che nel Paese può durare fino a cinque anni. Oltre alla direttrice di Amnesty Turchia, sono in stato di arresto anche due consulenti stranieri dell'organizzazione, un tedesco e uno svedese. Amnesty international ha definito l'operazione un “duro colpo ai diritti” e ritiene che l'accusa di “crimini commessi nel nome di un organizzazione terroristica” sia “senza basi”. Il ricercatore di Amnesty Andrew Gardner ha dichiarato a Afp che il workshop che le autorità turche ritengono sospetto è stato un incontro di routine“cristallino al 100%”. Già lo scorso gennaio era finito dietro le sbarre il presidente di Amnesty Turchia, Taner Kiliç, accusato di collegamenti col presunto golpista Fetullah Gulen.

L'accusa di Amnesty International

“Gli inquirenti turchi hanno avuto 12 giorni per stabilire l'ovvio: che questi attivisti sono innocenti. La decisione di procedere [alla custodia cautelare, ndr.] mostra come la verità e la giustizia siano diventate totalmente straniere in Turchia”, ha detto la segretaria generale dell'organizzazione, Salil Shetty. “Questa non è un'inchiesta legittima, questa è una persecuzione politicamente motivata che prefigura un futuro terrificante per i diritti in Turchia”, ha aggiunto. Shetty ha poi fatto un appello ai leader mondiali affinché “smettano di mordersi la lingua” e “facciano pressioni sulle autorità turche”.



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