Commissario Ue: c'è il rischio del ritorno della polio in Europa

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L’allarme è stato lanciato dal cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis, che denuncia il possibile ripresentarsi della malattia a causa delle basse coperture vaccinali. In Italia ogni anno 5mila bambini non vengono vaccinati contro poliomelite, difterite e tetano

Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la salute, lancia l’allarme sulla polio in Europa. “La grande Europa è diventata ‘polio free’ nel 2002. Ma questo status è ora a rischio a causa della bassa immunità della popolazione e delle lacune di immunizzazione, anche nei Paesi Ue”, ha detto al “Workshop europeo sulla vaccinazione” a Bruxelles.

“Miti e leggende vanno abbattuti”

Andriukaitis, cardiologo lituano, ha tenuto un discorso forte a favore dei vaccini. Ha sottolineato che “ogni anno nel mondo le vaccinazioni evitano una cifra stimata in 2,5 milioni di morti”. “Sono un medico, conosco i benefici che le vaccinazioni ci hanno dato: il cuore mi si spezza quando vedo queste morti tragiche, quando vedo bambini che muoiono di malattie come il morbillo”, ha detto. “La vaccinazione – ha aggiunto – è uno strumento multiuso, sociale, umanitario ed economico, che ha consentito l'allungamento della speranza di vita”. Sulle campagne contro i vaccini, ha ribadito: “Miti e leggende vanno abbattuti. La compiacenza e il silenzio non possono essere la risposta”. Poi, prima di lanciare l’allarme per il ritorno della polio in Europa, ha spiegato che “i programmi di vaccinazione hanno portato all'eradicazione del vaiolo, alla quasi eradicazione della polio e a una stimata riduzione del 74 per cento delle morti per morbillo negli ultimi 10 anni”.
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La situazione in Italia

Secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, sono circa 5mila i bambini in Italia che ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come poliomelite, difterite e tetano, e circa 10mila quelli che non ricevono la profilassi all'età giusta contro morbillo e rosolia. Dati che confermano l’allarme del Commissario Andriukaitis sulla polio, la cui minaccia era stata dichiarata ormai cessata. Nel nostro Paese, secondo i numeri del ministero della Salute, le vaccinazioni sono cresciute nel periodo 2000-2007, sono rimaste stabili fino al 2012 e poi sono diminuite in modo preoccupate dal 2012 al 2014. L'allerta sul rischio del ritorno della polio in Italia era stata lanciata, nei mesi scorsi, anche dal presidente dell'Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi: aveva sottolineato come, con il calo delle vaccinazioni obbligatorie, è possibile che ci siano casi di polio o difterite, in aggiunta a quelli di pertosse e morbillo già presenti. Nel 2016, a Bologna, è stato segnalato un caso di nodulo difterico, segno che il batterio, secondo Ricciardi, circola anche da noi. Le coperture vaccinali per questa malattia sono scese sotto il 95 per cento e questo fa venire meno “l'effetto gregge” che determina una soglia di sicurezza.

Cos’è la poliomelite

La poliomielite è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Descritta per la prima volta da Michael Underwood, medico britannico, nel 1789, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell'Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi. L'ultimo caso americano risale al 1979, mentre nel nostro Paese è stato notificato nel 1982. Presente ancora in Medio Oriente e in Nigeria. È forse una delle malattie più temute a causa dei gravissimi danni che provoca.

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