Impeachment, così negli Usa cade un presidente

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Anche negli anni Settanta per Richard Nixon si parlò di messa in stato d'accusa. Ecco come il "Commander in Chief" degli Stati Uniti può essere rimosso dall'incarico

Mai nessun Presidente degli Stati Uniti è stato rimosso dall’incarico, ma negli Usa c'è un modo che permette di farlo: avviare una procedura di impeachment.

Cosa prevede la Costituzione

Letteralmente “messa in stato d’accusa”, è l’unico strumento previsto dalla Costituzione Usa per sollevare dall’incarico l’inquilino della Casa Bianca. L’articolo 1 della Carta del 1787 prevede tre casi in cui è possibile avviare una procedura di impeachment: tradimento, corruzione e "altri gravi crimini e delitti". Una formula dunque abbastanza ampia, eppure nella storia americana è stata usata solo raramente. L’iter è infatti particolarmente complesso.

Come funziona l'impeachment

Solo il Congresso ha l'autorità per avviare il procedimento. La Camera dei Rappresentanti discute i presupposti dell’accusa, con voto a maggioranza semplice, ovvero 218 su 435 membri. Al momento i repubblicani hanno 238 seggi, i democratici 193, 4 posti sono vacanti. Il che vuol dire che i democratici dovrebbero convincere 25 repubblicani a mettere sotto accusa Trump. Spetta al Senato il ruolo finale di giudice (con voto a maggioranza dei due terzi dei presenti). A presiedere l’assemblea è il presidente della Corte Suprema, attualmente il giudice repubblicano John G. Roberts, jr.

I precedenti

Solo due presidenti sono stati messi in stato d'accusa e mai nessuno è stato rimosso. Andrew Johnson (alla Casa Bianca dal 1865 al 1869) subì la procedura per aver licenziato il ministro della Guerra.  Al processo in Senato, Johnson evitò di essere destituito per un voto appena. Bill Clinton nel 1998 fu sottoposto a impeachment per aver mentito sui suoi rapporti con Monica Lewinsky (le accuse erano di spergiuro e di ostacolo alla giustizia). In Senato, votarono per la sua assoluzione tutti i 45 democratici, più i repubblicani necessari a salvarlo. Esiste poi un terzo caso: in seguito allo scandalo Watergate, la procedura stava per essere avviata contro Richard Nixon che, però, si dimise prima che la Camera si riunisse per votarla. 

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