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Venezuela, la povertà colpisce l'80% della popolazione

Mondo
Le proteste di piazza del popolo venezuelano (Getty Images)

L'allarme è stato lanciato dalla Caritas Venezuela che descrive un Paese messo in ginocchio dalla crisi politica ed economica

L'80% dei venezuelani vive in povertà, il 50% in condizioni estreme. È quanto sostenuto da Janeth Marquez, direttrice nazionale di Caritas Venezuela, per descrivere il periodo di carestia vissuto dalla popolazione dello stato sudamericano.

Bambini e anziani le prime vittime

In una lunga intervista rilasciata al Sir (servizio di informazione religiosa) la direttrice ha raccontato quella che è l'attuale situazione di un paese devastato dalle manifestazioni contro il governo di Nicolas Maduro e dalla conseguente politica repressiva dello Stato, che ha già provocato 32 morti dall'inizio del mese. È una vera e propria emergenza umanitaria causata da una crisi economica e politica alla quale la Caritas tenta di rispondere quotidianamente con mense solidali, programmi sanitari e distribuzione di medicinali. Beni di prima necessità, questi, che progressivamente vengono a mancare colpendo, ha detto Marquez, “soprattutto i bambini e gli anziani, prime vittime della malnutrizione, ma la situazione difficile riguarda tutti, poveri e classe media”. Nel suo dettagliato resoconto dell'emergenza la direttrice ha rivelato che ci sono persone che hanno perso fino a 20 chili di peso perché non hanno i soldi per sfarmarsi. Altri cercherebbero il cibo nei rifiuti e ciò mentre cresce in modo esponenziale il tasso di minori denutriti.

Mancanza di beni e insicurezza

La crisi politica ed economica che sta portando il popolo venezuelano a ribellarsi quasi quotidianamente contro un governo che ha appoggiato per 17 anni, sarebbe alimentata, secondo il racconto di Marquez, proprio dall'atteggiamento del presidente Maduro che - ha raccontato la direttrice - continua a non concedere i permessi speciali per l'entrata nel paese degli aiuti umanitari dall'estero. La spiegazione data dalla dirigente è semplice: fare entrare gli aiuti da fuori “vorrebbe dire riconoscere che il governo non è in grado di risolvere i problemi dei venezuelani”. Il blocco per ora sta fermando all'esterno le Caritas di Stati Uniti, Spagna e Germania, pronte a inviare derrate, e all'interno la stessa organizzazione sempre più pressata dalle richieste d'aiuto. “Per la Chiesa e le organizzazioni della società civile sta diventando tutto più complicato - ha spiegato Marquez – perché ogni giorno bussano alle nostre porte per chiedere aiuto ed è difficile scegliere a chi destinare gli aiuti, sono talmente tante le necessità”.

Rischi e paura per gli operatori umanitari

La situazione che si è venuta a creare in tutto il Paese non lascerebbe gli stessi operatori umanitari al sicuro dai rischi. “Ci sono momenti di paura - conclude la direttrice - e parrocchie in cui non possiamo lavorare per l'insicurezza e la presenza di gruppi armati. Però la Chiesa è uno degli attori che ha più credibilità tra la popolazione e più progetti sociali, mense sociali e servizi. Molti giovani che prima ci aiutavano come volontari ora stanno uscendo dal Paese e purtroppo questo incide sul nostro lavoro”.

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