Domenica il voto sulla riforma: se approvato, il presidente in carica uscirà notevolmente rafforzato e potrà, in teoria, continuare a rimanere al potere fino al 2029
Sono oltre 55 milioni i turchi chiamati al voto domenica 16 aprile per il referendum costituzionale sul presidenzialismo. La riforma oggetto del referendum, composta da 18 articoli e approvata in Parlamento a gennaio con 339 voti a favore (su 550) nello scrutinio finale, mira a sostituire l'attuale sistema parlamentare con un presidenzialismo 'forte'. Non è previsto alcun quorum, l'esito finale sarà deciso dal 50% + 1 dei votanti.
Referendum in Turchia
Il testo prevede il trasferimento del potere esecutivo al presidente e l'abolizione della figura del primo ministro. Il capo dello stato guiderà il governo, senza fiducia parlamentare, e nominerà vicepresidenti, ministri, diplomatici e alti funzionari, oltre a diverse figure di vertice del sistema giudiziario. Sarà eletto direttamente dal popolo per 5 anni per un massimo di 2 mandati, estensibile per un altro se si va a elezioni anticipate. Cambia anche la composizione del Parlamento: i membri aumenteranno da 550 a 600 e l'età per l'elettorato passivo sarà ridotta da 25 a 18 anni.
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Ecco, in sintesi, quali potrebbero essere i nuovi poteri per Erdogan:
Capo dello Stato
Sarà eletto direttamente dal popolo, come sancito dal referendum costituzionale del settembre 2010, e acquisisce tutti i poteri esecutivi fino ad oggi attribuiti al premier. Il nuovo capo dello Stato avrà l'autorità per proporre leggi e rimettere al Parlamento disegni di legge chiedendone la revisione e, qualora sorgano dubbi di costituzionalità, chiedere la pronuncia da parte della Corte Costituzionale.
Il presidente della Repubblica acquisisce la funzione di nomina e destituzione di vicepresidenti, ministri e funzionari governativi, ma soprattutto il potere di emettere decreti legislativi su argomenti normalmente di competenza del governo, con l'esclusione di materie relative a libertà fondamentali e diritti civili e politici. Il presidente potrà mantenere il legame con il proprio partito di provenienza, nel caso di Erdogan il partito della Giustizia e Sviluppo (Akp), legame che attualmente deve essere troncato a favore di un giuramento di totale imparzialità.
In caso di stato di emergenza, il presidente della Repubblica potrà anche proporre la sospensione o la limitazione di diritti civili e libertà fondamentali.
Parlamento
Viene ridimensionato il ruolo di controllo che il Parlamento esercita su governo e presidente, potrà solo richiedere informazioni, indire riunioni per discutere le azioni dell'esecutivo e del capo dello Stato, potrà sollecitare risposte da parte dei singoli ministri con domande poste per iscritto. Viene abolita la mozione di sfiducia del Parlamento nei confronti di presidente ed esecutivo.
Se il referendum dovesse confermare la riforma, Erdogan avrebbe buone chance di diventare il politico più longevo della storia della Turchia superando anche il padre della patria Mustafa Kemal Ataturk. L'entrata in vigore della nuova costituzione nel 2019 azzererà il primo mandato del presidente consentendogli di restare in sella fino al 2029. Orizzonte esteso al 2034 in caso di scioglimento anticipato del Parlamento.