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Chi è Park Geun–Hye, la presidente sudcoreana destituita

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Park Geun–Hye (a sinistra), Lee Jung-He (al centro) e Moon Jae-In (a destra), candidati alle elezioni presidenizali del 2012 (Getty Images)

La Corte Costituzionale ha confermato all'unanimità l'impeachment. Persa l'immunità, la figlia primogenita dell'ex dittatore, Park Chung-Hee, dovrà rispondere di accuse formali in un'inchiesta su un colossale sistema di corruzione e tangenti, messo in piedi da una sua fidata quanto ambigua consigliera, Choi Soon-sil

La Corte Costituzionale ha confermato all'unanimità l'impeachment della presidente sudcoreana, Park Geun–Hye, che è stata definitivamente destituita. Persa l'immunità, Park dovrà rispondere di accuse formali in un'inchiesta su un colossale sistema di corruzione e tangenti, messo in piedi da una sua fidata quanto ambigua consigliera, Choi Soon-sil.

 

La figlia del presidente - Primo presidente donna della Corea del Sud, Park è la figlia primogenita dell'ex dittatore, Park Chung-Hee, che governò con il pugno di ferro il Paese per 18 anni fino al suo assassinio nel 1979: ha trascorso un'infanzia dorata nella Casa Blu, la presidenza sud-coreana, mentre il padre guidava la metamorfosi economica della Corea del Sud e l'intera famiglia Park veniva considerata alla stregua di una stirpe reale. E la giovane era appunto la 'principessa', un soprannome che l'ha seguita per anni. La morte di entrambi i genitori, negli anni '70, entrambi morti nel giro di cinque anni appena, le avvicinò ancora di più, le simpatie del connazionali.

 

La formazione - Nel 1974 fu assassinata sua madre, Yuk Young-Soo. Ad ucciderla, un attivista che si presume agisse per conto di Pyongyang. Cinque anni dopo toccò a suo padre, assassinato dal capo dei suoi servizi segreti. Dopo la morte della madre, la giovane Park fu istruita da quello che in molti considerano il suo mentore: Choi Tae-Min, ambiguo fondatore della setta della "Chiesa della vita eterna". Alla morte di Choi alla guida della setta è subentrata sua figlia, Choi Soon-Sil, protagonista dello scandalo che ha portato all'impeachment Park.

 

La candidatura - Park mantenne un basso profilo per un ventennio fino quando nel 1998 decise di presentarsi come deputata e fu eletta; divenne immediatamente la star dei coreani conservatori più anziani, che vedevano in lei le qualità di leadership del padre. E la Park, mai sposata e senza figlia, che ha sempre detto di voler dedicare tutta se stessa al bene del Paese, ha goduto di una forte popolarità  fino a quando non è stata travolta dallo scandalo attuale, relativo alla "fuga di notizie di molti documenti riservati", che ha portato anche all'arresto del vicepresidente di Samsung Lee Jae-Yong.

 

Lo scandalo - Lo scandalo è scoppiato ad inizio estate ed è andato via via montando fino a travolgere lo stesso erede del colosso Samsung. Il 26 giugno un'emittente locale, la Chosun, rivelò che l'ufficio della presidenza aveva spinto alcune grandi aziende a donare quasi 80 milioni di dollari alla Mir Foundation, un ong nata da poco per promuovere la cultura coreana nel mondo. Due mesi più tardi il quotidiano Hankyoreh rivelò che la fondazione era stata creata dall'amica di sempre della presidente, Choi Soon-sil. Da quel momento comincia ad emergere la stretta, a tratti inspiegabile relazione tra la Park e la sua confidente, Choi Soon-sil, figlia di quello che era stato un tempo il suo mentore, Choi Tae-min, tanto nella vita pubblica che privata.

Nelle sue prime scuse, tra le lacrime, la presidente ha ammesso di aver cercato i consigli della Choi, che non ha alcun incarico pubblico né esperienza politica. Via via che passavano le settimane è emerso che l'influenza della Choi era straripante: dal guardaroba della Park, ai suoi discorsi (le bozze sono state trovate nel portatile della Choi) fino ad arrivare alle scelte nelle politiche di governo e le nomine.

 

Al centro delle scandalo ci sono due fondazioni, Mir Foundation e K-Sports, create e controllate dalla Choi. Park è sospettata di collusione con la Choi nell'estorcere donazioni alle grandi aziende sudcoreane, tra cui Samsung ed LG. 

 

Scenari futuri - Tra 60 giorni la Corea del Sud sarà chiamata ad eleggere il suo prossimo presidente. Guida i sondaggi Moon Jae-In, democratico ed ex sfidante di Park nelle elezioni del 2012. Con il 36,4% è in testa alle classifiche di gradimento da nove settimane consecutive. Attivista negli anni '70, Moon è stato in prigione per essersi opposto all' "uomo forte" Park padre. Ha lavorato con l'ex presidente Roh Moo-Hyun dagli anni '80 come avvocati per i diritti umani, al fianco di studenti e lavoratori attivisti negli anni. Quando Roh è diventato presidente, lui è diventato il suo capo di gabinetto. Al momento la popolarità di Moon appare alta, ma il suo programma in politica estera ha sollevato numerose critiche: nei confronti della Corea del Nord, in particolare, sostiene che le sanzioni da sole non fermeranno l'armamento nucleare del Paese confinante. Inoltre, come riporta il "New York Times", Moon è un sostenitore di una politica estera più bilanciata con Stati Uniti e Cina.

 

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