La Corte di Seul dà l'ok: arrestato il vicepresidente di Samsung

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Lee Jae-yong è accusato di corruzione, frode e spergiuro ed è coinvolto nello scandalo che ha interessato la presidente della Repubblica Park Geun-hye. Avrebbe versato o promesso circa 37,5 milioni di dollari alla sua confidente Choi Soon-sil in cambio di copertura politica

Lee Jae-yong, vicepresidente di Samsung Electronics ed erede della famiglia che ha fondato la prima compagnia sudcoreana, è stato arrestato. A dare l’ok alle manette è stata la Corte centrale distrettuale di Seul. L’uomo, 48 anni, è accusato di corruzione, frode e spergiuro ed è coinvolto nello scandalo che ha interessato la presidente della Repubblica Park Geun-hye (ora sotto impeachment) e la sua fidata confidente Choi Soon-sil (in arresto). Lee avrebbe versato o promesso circa 37,5 milioni di dollari a Choi in cambio di un'ampia copertura politica.

 

In carcere massimo 20 giorni prima di essere incriminato - I pubblici ministeri possono detenere il manager fino ad un massimo di 20 giorni prima di incriminarlo formalmente. Lee ha evitato l'arresto a gennaio, quando il giudice aveva respinto la richiesta dei pubblici ministeri per insufficienza di prove. Ma in questo secondo esame la situazione si è ribaltata.

 

Le accuse - Secondo l’accusa, la fidata Choi Soon-sil avrebbe approfittato della sua posizione influente per ottenere finanziamenti in cambio di protezione politica. L’accordo economico con Lee, dice la Procura, serviva per far avere al manager il via libera, nel 2015, dei fondi pensione pubblici a un'operazione di riordino del gruppo Samsung, funzionale al trasferimento dei poteri dal padre Lee Kun-hee al rampollo.  Dopo la notizia dell’arresto, i titoli Samsung Electronics hanno subito ribassi alla Borsa di Seul.

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