Nomine Ue, "l'Italia non ha candidature nazionali"

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A margine del G7 di Bruxelles si discutono i nomi per la prossima Commissione Ue. Matteo Renzi incontra Merkel e Cameron: "I nomi devono essere conseguenza delle scelte di agenda. Si è chiusa quella fase e oggi occorre aprire una pagina nuova"

"Il governo italiano afferma che una politica basata sul rigore e l'austerity e non sullo sviluppo e la crescita ha mostrato il proprio limite: si è chiusa quella fase e oggi è matura la consapevolezza che bisogna aprire una pagina nuova. I nomi devono essere conseguenza delle scelte di agenda".
Così Matteo Renzi risponde alle domande sulle nomine della Ue, in particolare della commissione europea, oggetto anche di alcuni incontri bilaterali: "L'Italia non ha un nome o una candidatura nazionale, né si attacca o aggrappa a scelte geografiche: l'importante è che le istituzioni funzionino".

Nella riunione del G7, ha spiegato il premier, si è trattato il "tema per noi rilevante e significativo della crescita e dell'importanza di investire sulla crescita economica".
Quanto alla crisi ucraina, il premier ha aggiunto che c'è stata una "discussione molto lunga, sia ieri sera che nel lunch di oggi".

La prima parte della conferenza stampa di Renzi (Video)


I bilaterali del G7- Durante la mattinata del 5 giugno si sono svolti diversi bilaterali come ha comunicato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, che ha twittato una foto del tavolo di lavoro al quale siedono il presidente Usa Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier Renzi, il presidente francese Francois Hollande, il primo ministro giapponese Shinzo Abe, quello britannico David Cameron e quello canadese Stephen Harper, insieme a Van Rompuy e al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso.



Renzi: "Mose, amarezza enorme" - Durante la conferenza stampa, Renzi è poi intervenuto anche sulla vicenda giudiziaria relativa al Mose: "Ci sono i principi costituzionali che ciascuno ribadisce: piena fiducia nel lavoro della magistratura e presunzione di non colpevolezza fino a sentenza a cui speriamo si possa arrivare il più velocemente possibile, come da paese civile". Il presidente del Consiglio ha anche parlato di "amarezza enorme" come di una "ferita".
"Non possiamo dire ogni volta che c'è una vicenda di corruzione che il problema sono le regole, il problema sono i ladri, non le regole".  "Un politico indagato per corruzione fosse per me lo indagherei per alto tradimento"

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