Ucraina, Barroso: pace europea non si può dare per scontata

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Mentre prosegue l'escalation di violenza nel Paese, il presidente della Commissione europea ammonisce: "Gli ultimi eventi ci danno una lezione che non dobbiamo dimenticare". Il commissario Fule a Strasburgo: "La Russia ritiri le truppe alla frontiera"

di Dario Cirrincione

L’Unione Europea percorre due strade per affrontare la crisi in Ucraina. Da un lato c’è la Commissione, più analitica e riflessiva, che si appella alla Russia e guarda alla "sicurezza energetica". Dall’altra c’è il Parlamento, riunito in seduta plenaria, più duro nei toni e nelle azioni da intraprendere.

A Strasburgo di Ucraina ha parlato il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Concludendo il suo intervento nel dibattito sul centenario dell'inizio della Prima guerra mondiale ha detto: "Gli eventi in Ucraina ci danno una lezione che mai dobbiamo dimenticare: la pace e la stabilità in Europa non si possono dare per scontate. C'è bisogno di difendere l'Europa, di difendere la pace e la stabilità in Europa". Davanti alla plenaria del Parlamento a Strasburgo anche il Commissario Ue per l'allargamento, Stefan Fule. "Gli sviluppi in Ucraina orientale sono una sfida molto grave e pericolosa", ha detto prima di invitare la Russia a "ritirare le truppe alla frontiera".

Guerra Balcani non ha insegnato nulla - Più duro l’intervento dei deputati presenti in Aula. "Non avrei mai pensato che il mio ultimo discorso in Plenaria si facesse sull’occupazione di un territorio – ha detto Ruža Tomašić –. Sono una profuga della guerra in Bosnia, ma mi rendo conto che la guerra nei Balcani non ha insegnato nulla. Non siamo stati abbastanza fermi e determinati e Putin lo interpreta come un segnale che gli permette di continuare a fare ciò che vuole".
"Riconosciamo che la linea soft è stata inadeguata per difendere l’integrità territoriale dell’Ucraina – ha sottolineato José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra –. Adesso dobbiamo passare a una seconda fase di sanzioni economiche".

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