Tassa extraprofitti, perché all’appello mancano 9 miliardi di euro su 10

Economia

Lorenzo Borga

Molte aziende non hanno pagato l'imposta sull'aumento dei profitti dovuto al rialzo dei prezzi. Lamentano infatti che la legge sia mal scritta e incostituzionale. LO SKYWALL

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Per finanziare le nuove misure contro i rincari delle bollette tutti i partiti spingono per recuperare tutti gli extraprofitti tassati dal governo Draghi. Ma per ora infatti le entrate fiscali da questa imposta sono state decisamente minori delle attese. Entro giugno sarebbero dovuti entrare nelle casse pubbliche più di 4 miliardi di euro, la prima rata, mentre per ora ne sarebbe arrivato solo 1.

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Entro novembre ne dovrebbero arrivare altri 6 di miliardi, ma il ritmo attuale pone seri dubbi sul risultato finale. Soldi che potrebbero servire a finanziare gli sconti in bolletta, che per ora sono stati pagati dall'aumento delle entrate tributarie dovuto all'inflazione.

Le multe previste dal governo

L'esecutivo di Mario Draghi ha introdotto alcune sanzioni per spingere le imprese a pagare. Al 15 per cento per chi salderà la prima rata entro la fine del mese e addirittura al 60 per chi dovesse farlo dopo.

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La difesa delle aziende

Ma secondo le imprese energetiche che si sono rifiutate di pagare, la legge sugli extraprofitti presenta dei problemi evidenti che la potrebbero far considerare incostituzionale. L'imposta si applica infatti sul saldo delle operazioni Iva, e non sui profitti reali che si potranno verificare solo quando i bilanci delle società saranno approvati e pubblicati. Le operazioni Iva sono tutte quelle transazioni che vengono tassate dall'imposta indiretta. Queste però comprendono alcune operazioni che non sarebbero legate al rialzo del prezzo dell'energia. E così alcune aziende - soprattutto petrolifere - lamentano di dover pagare la tassa anche su imposte già pagate; e altre che hanno visto comprendere nella base imponibile anche operazioni straordinarie come l'acquisto e la vendita di rami d'azienda, che nulla hanno a che fare con il rialzo del prezzo dell'energia.

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Gli altri paesi

Spagna e Regno Unito hanno fatto scelte diverse per tassare gli extraprofitti energetici. Madrid imporrà un prelievo di poco superiore all'1 per cento sul fatturato delle utility nel 2023 e nel 2024, per raggiungere circa 7 miliardi di euro di gettito. Il Regno Unito invece ha tassato al 25 per cento gli utili delle società che estraggono petrolio e gas sul territorio nazionale.

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