Melegatti, campagna di Natale finita: torna la cassa integrazione

Economia
La fabbrica della Melegatti a San Giovanni Lupatoto
melegatti

Tutto procede secondo quanto stabilito dal Tribunale di Verona. L'azienda è in procedura di concordato con riserva. Pagati ai lavoratori gli stipendi di novembre e una parte della quattordicesima

Torna la cassa integrazione alla Melegatti, storica azienda dolciaria di San Giovanni Lupatoto, provincia di Verona. Lo hanno confermato i sindacati, precisando che tutto rientra nel piano redatto con l'approvazione del Tribunale di Verona. Melegatti, che nel 1894 brevettò il pandoro, è in procedura di concordato con riserva e ogni decisione è subordinata al placet del giudice.

La campagna natalizia

Lo scorso 5 ottobre è stato annunciato che la storica azienda, creatrice del pandoro nel 1894, versa in un grave stato di crisi che ha impedito di pagare gli stipendi ai suoi operai. Alla Melegatti sono attualmente impegnati 90 lavoratori fissi, con contratto a tempo indeterminato, e altri 200 stagionali. Il blocco stipendi e il successivo intervento dei sindacati ha portato al commissariamento dell'azienda e a una gestione subordinata alle decisioni del giudice. Il piano di stop alla produzione e dell'entrata in cassa integrazione dei lavoratori era annunciato ed entra in vigore forte della solidarietà di quei consumatori italiani che hanno sposato la campagna social #NoiSiamoMelegatti. "Il milione e mezzo di pezzi previsto per la mini-campagna natalizia è stato prodotto - ha detto Paola Salvi, segretario Flai-Cgil - e tutti i pandori e i panettoni sono andati a ruba, grazie anche alla straordinaria campagna di solidarietà portata avanti di consumatori".

Superato il primo step

Secondo quanto dichiarato dalla sindacalista, "La grande distribuzione organizzata continua a chiedere prodotti Melegatti, anche perché i consumatori vogliono acquistarli. Ma il Tribunale – ha spiegato Salvi - avrebbe dato il via libera solo con la certezza di non avere nessuna resa o vendite sottocosto, perché durante il commissariamento ogni operazione non può essere in perdita. Mancando la certezza di vendere tutto, questa campagna si è fermata qui". Salvi ha poi precisato come il piano di recupero attuato fino a oggi abbia lasciato grande soddisfazione in azienda. "I lavoratori – ha detto Salvi - si sono impegnati con grande partecipazione. Ricordiamo che l'obiettivo è salvare la fabbrica, il primo step è stato superato, ma bisogna soddisfare i creditori privilegiati, cioè banche e fornitori, ed essere pronti per partire con la campagna pasquale che scatterà dopo l'Epifania".

Pagati gli stipendi di novembre

La cassa integrazione, hanno spiegato i sindacati, è uno strumento considerato utile per salvaguardare i lavoratori e viene anticipata senza attendere l'erogazione da parte dell'Inps. "È un passo inevitabile per dare continuità all'occupazione" ha concluso Paola Salvi. Nei giorni scorsi è stato saldato a tutti i lavoratori lo stipendio del mese di novembre con un anticipo anche sulla quattordicesima, mentre il periodo successivo verrà pagato di settimana in settimana, versando il 25% del salario; sempre sotto il controllo del Tribunale. Restano le mensilità arretrate di agosto, settembre e ottobre.
Paolo Capone, segretario generale Ugl, ha detto: "Prolungare la produzione di un giorno a seguito della grande richiesta da parte dei consumatori, in particolare del Veneto, lascia ben sperare. È necessario trovare nuovi fondi per soddisfare creditori, banche e fornitori, e ripartire piu' forti di prima". 

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