Dipendenti della Melegatti in sciopero, a rischio il celebre pandoro

Cronaca
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L'azienda veronese con 123 anni di storia attraversa una crisi profonda. Manca liquidità per pagare i fornitori e i lavoratori denunciano di non essere pagati dallo scorso mese di agosto

Dopo 123 anni rischia di mancare l'appuntamento con il Natale il Pandoro Melegatti. L'azienda, fondata da Domenico Melegatti nel 1894, versa in una pesante crisi che ha portato i suoi dipendenti ad entrare in sciopero da diversi giorni.

La situazione dell'azienda

Melegatti, fra le maggiori aziende italiane per quanto riguarda il confezionamento del dolce natalizio, è a rischio produttività in vista delle prossime festività. A denunciare la situazione sono gli stessi dipendenti che, entrati in sciopero da alcuni giorni, hanno manifestato il 4 ottobre davanti al municipio di San Giovanni Lupatoto, Verona. È in questo comune di 25mila abitanti che sorge la principale sede della compagnia. Dopo un incontro con i dirigenti sindacali e i componenti della Rsu, il sindaco, Attilio Gastaldello, si è detto pronto per fissare un incontro con i vertici della società, ai quali viene imputato di non aver pagato gli stipendi negli ultimi due mesi. Il Cda della Melegatti è inoltre al centro delle critiche dei lavoratori per non essere riuscito, almeno fino a oggi, a trovare un nuovo partner commerciale, per far fronte alle carenze di materia prima e alle conseguenti ripercussioni sull'intera catena produttiva.

I numeri della Melegatti

Al centro della crisi ci sono i 90 lavoratori in forza allo storico stabilimento di San Giovanni Lupatoto e a quello di San Martino Buon Albergo (sempre in provincia di Verona), inaugurato lo scorso febbraio su un area di 21mila metri quadrati. Un investimento, quest'ultimo, costato all'azienda oltre 10 milioni di euro e che ha portato alla costruzione di una fabbrica destinata essenzialmente alla produzione di croissant. Oltre ai 90 lavoratori fissi, con contratto a tempo indeterminato, l'attuale stallo dell'azienda compromette altri 200 lavoratori stagionali che ogni anno entrano nella macchina Melegatti in vista dell'incremento produttivo portato dalle feste natalizie. "A San Martino Buon Albergo – ha detto Paola Salvi, segretario della Flai-Cgil, in riferimento a uno dei due siti produttivi - hanno addirittura coperto con il nylon i macchinari".

Senza stipendio da agosto

Secondo quanto denunciato dalle sigle sindacali, i lavoratori di Melegatti non percepiscono lo stipendio da agosto. L'azienda, che l'anno scorso ha fatturato 70 milioni di euro producendo dolci da ricorrenza e merendine, sta attraversando una crisi societaria e la speranza è che in occasione della prossima assemblea dei soci a fine mese possano arrivare soluzioni ai problemi correnti. Il 3 ottobre scorso, ha rivelato Paola Salvi, "era fissato l'incontro in azienda per un nuovo socio-finanziatore annunciato dalla proprietà, invece si sono presentati degli avvocati che illustrando la situazione si sono contraddetti tra loro". La sindacalista ha denunciato la presenza di lavoratori monoreddito che "non vedono soldi da due mesi, che restano in fabbrica a non fare niente. Ci sono stagionali che erano stati chiamati per la produzione invernale, hanno sospeso la disoccupazione e rinunciato ad altre opportunità e poi non hanno lavorato. E con l'azienda non si ottengono risposte nemmeno per l'attivazione della cassa integrazione".

Stabilimenti fermi

"Siamo senza stipendio da due mesi, i fornitori non sono stati pagati e manca liquidità", ha spiegato un dipendente all'agenzia Adnkronos, precisando che "in questo momento non si può produrre ed entrambi gli stabilimenti sono fermi". Abbandonata dai fornitori e senza liquidità, Melegatti è in ritardo con la produzione di almeno un mese e mezzo rispetto alla concorrenza. Una situazione che rischia di compromettersi definitivamente in vista delle feste, dal momento che il 70% del suo fatturato deriva proprio dalla produzione natalizia.

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