Truffavano i clienti indebitati, arrestati tre avvocati a Messina

Cronaca
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A capo della banda un ex legale radiato da 14 anni che si trova ora agli arresti domiciliari. Stessa misura cautelare per altri due professionisti del foro e per un procacciatore di affari. Promettevano alle vittime tutela legale in cambio di soldi ma poi non lavoravano

È finito agli arresti domiciliari un ex avvocato del foro di Messina, radiato da 14 anni, che prometteva tutela legale a persone indebitate con l'erario o con le banche per intascare il compenso salvo poi, non essendo più un legale, non procedere mai con le azioni giudiziarie. Stessa misura cautelare anche per due avvocati catanesi e per un procacciatore di affari: l'accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. I casi accertati finora sono stati 15 e la banda avrebbe guadagnato circa 100 mila euro.

Gli arrestati

L'ex avvocato, pur essendo stato radiato dal 2004, attraverso un'associazione di tutela dei consumatori con sede a Giardini Naxos ha promesso a decine di persone successi sicuri nelle cause legali da intentare contro il fisco o le banche. Con la complicità di due legali catanesi e di una terza persona che si occupava di trovare le vittime, intascava grosse somme di denaro contante senza tuttavia procedere ad alcuna azione legale. La banda si limitava a stilare degli atti di citazione senza poi iscrivere le cause a ruolo: le azioni non venivano coltivate e restavano quindi abbandonate.

Una struttura criminale

Dalle indagini è emersa una vera e propria struttura criminale piramidale al cui vertice c'era l'ex avvocato. Entrava in scena dopo i primi contatti con gli interessati prospettando alle vittime rapidi e sicuri successi nelle cause. Il 58enne a volte si spacciava per avvocato ancora in attività, altre per coordinatore di un "pool" di legali e, dopo aver illustrato le azioni da intraprendere, chiedeva ai clienti il denaro rassicurandoli che per il patrocinio non avrebbe chiesto nulla visto che sarebbe stato ripagato dalle sicure condanne delle controparti.

Il ruolo dei due legali

Nell'ultima fase della truffa entravano in gioco i due legali del foro di Catania. Le vittime firmavano dinanzi all'ex avvocato dei mandati "ad litem" in bianco, attraverso i quali poi venivano conferiti gli incarichi ai due. A distanza di mesi, quando i clienti chiedevano conto delle azioni legali e delle somme già versate, gli avvocati, che fino ad allora non avevano intrattenuto alcun rapporto diretto coi loro assistiti, sistematicamente rinunciavano ai mandati. L'ex avvocato, per rabbonire le vittime, prometteva loro la restituzione delle somme corrisposte chiedendo le coordinate bancarie e dimostrando disponibilità alla restituzione del denaro senza mai in realtà farlo.

I danni alle vittime

Le vittime, oltre al denaro perso a causa della truffa, in molti casi hanno subìto altri danni economici derivanti dalla mancata tutela legale di cui avrebbero avuto bisogno. Alcuni hanno perso le cause presso il tribunale civile o le commissioni tributarie e si sono visti arrivare provvedimenti esecutivi come pignoramenti o provvedimenti su beni immobili e ulteriori spese per interessi.

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