Parma capitale cultura 2020, nuovi spazi e quartieri “sonorizzati”

Cronaca
Uno scorcio di via Cavour, in centro a Parma (Fotogramma)
Fotogramma_Parma-ViaCavour

La città emiliana ha vinto grazie alla nuova stabilità economica e al dossier presentato al Mibact: al via i cantieri, previsto un ampio programma culturale

Dopo averci provato ed essere stata costretta a cedere il passo a Pistoia, nel 2017, stavolta Parma l'ha spuntata: la città emiliana sarà capitale italiana della cultura nel 2020.

32 progetti presentati

La decisione del Mibact, “presa all'unanimità”, premia il corposo e articolato dossier – 32 progetti in totale – presentato dalla città famosa in tutto il mondo per due prodotti apprezzati del Made in Italy come il prosciutto e Parmigiano (che nel 2015 le avevano regalato il titolo Unesco di Città Creativa della Gastronomia). “Sono più emozionato oggi delle elezioni – il primo commento a caldo del sindaco Federico Pizzarotti, dopo la proclamazione a Roma – mi avete lasciato senza parole”. Attualmente la capitale della cultura è Palermo e prima del capoluogo siciliano, lo scorso anno, era stata appunto la volta di Pistoia, in Toscana, che aveva succeduto alla lombarda Mantova. Nel 2019 lo scettro sarà invece di Matera, capoluogo della Basilicata.  

Successo grazie alla stabilità economica

Certo, Parma avrebbe preferito essere insignita del titolo di cuore culturale del Paese nel 2017, quando ricorrevano i 2.200 anni dalla sua fondazione. Ma proprio dalle “ceneri” di quell'insuccesso, al secondo tentativo, la città ha elaborato un progetto forte che l'ha premiata. Oltre al programma, la vittoria arriva anche grazie alla possibilità di poter investire, sia in città sia in provincia, data dalla ritrovata stabilità economica del Comune. Come ricorda l'Ansa il capitolo cantieri – che sarebbe stato aperto anche in caso di sconfitta – prevede tra le altre cose l'apertura al pubblico dell'Ospedale Vecchio in Oltretorrente, la valorizzazione del Centro studi e archivio della comunicazione dell'Università e la nascita della “Città delle muse”, che porterà musica e arte nelle periferie con il contributo del Conservatorio “Arrigo Boito”, che avrà il compito di “sonorizzare” i quartieri.

Le produzioni culturali in programma

Cuore delle produzioni sarà il Teatro Regio, considerato tra i più importanti d'Italia. Qui, oltre a un'edizione speciale del “Festival Verdi”, si terrà una stagione interamente dedicata al Novecento, con l'ausilio di Fondazione Toscanini e Fondazione Teatro Due. Nuova spinta anche per il “Festival della creatività contemporanea Parma 360”, con una nuova galleria d'arte fotografica. Esposizioni sono previste poi per valorizzare il complesso museale della Pilotta (in particolare con una mostra dedicata alla storia dell'arte globale), la Fondazione Magnani Rocca, il Museo Guatelli e lo spazio Time-Lapse, dove si terrà una mostra dedicata ai media.

Quattro “open call” nel corso del 2020

Franco Maria Ricci, l'editore che ha regalato a Parma il logo della candidatura, sarà protagonista con il suo Labirinto della Masone, meta turistica alle porte della città. Nel corso dell'anno – come promesso dall'assessorato alla Cultura – si terranno poi quattro “open call” con artisti italiani e internazionali invitati a guardare e raccontare Parma dal loro punto di vista. Infine ci saranno momenti dedicati a inclusione e accessibilità della cultura, alle proposte dei giovani per i giovani e alle industrie “creative driven”, destinate alla ridefinizione del tempo lavorativo.  

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