Case occupate non sgomberate, Stato condannato a risarcire proprietari

Cronaca
Il palazzo di via Curtatone a Roma sgomberato lo scorso agosto (foto archivio)

Il Viminale dovrà versare un indennizzo di 266 mila euro al mese a una società. Lo stabile non è stato liberato nonostante un sequestro preventivo. Il ministero dell'Interno ha presentato appello: regole già cambiate con la circolare Minniti

Se lo Stato non sgombera i palazzi occupati abusivamente deve risarcire i danni ai proprietari. Lo ha stabilito una sentenza del tribunale civile di Roma, pubblicata sul sito di Confedilizia, che ha condannato il ministero dell'Interno a versare a una società proprietaria di uno stabile nella Capitale 266 mila euro al mese. L'indennizzo si calcola a partire da settembre 2014 e fino a quando l'immobile non verrà liberato. Ad oggi la somma ammonterebbe a oltre 10 milioni e 600 mila euro. Il Viminale ha presentato appello e ha fatto sapere, come riporta il Corriere della Sera, che "le regole sono già state cambiate con la circolare voluta dal ministro Minniti dopo quanto accaduto la scorsa estate con gli scontri di piazza seguiti alla decisione di liberare il palazzo di via Curtatone".

La vicenda

Tutto inizia il 6 aprile del 2013 quando la Oriental Finance s.r.l., proprietaria degli immobili di via del Caravaggio 105/107, a Roma, denuncia al commissariato locale che oltre trecentocinquanta persone avevano occupato arbitrariamente gli immobili al civico 107. Tre giorni dopo, a seguito dell'occupazione anche del civico 105, è stata presentata un'integrazione di denuncia e chiesto l'immediato sgombero dei locali. Secondo quanto si legge anche nella sentenza, nei giorni seguenti, gli inquilini abusivi avrebbero anche manomesso le centrali termoelettriche, causando un blackout temporaneo anche nell'albergo accanto ai palazzi occupati. Anche l'hotel è di proprietà della Oriental Finance srl. Gli occupanti avrebbero anche manomesso la rete idica, il sistema antincendio ed eseguito lavori abusivi di ristrutturazione. Tutti fatti comunicati anche all'autorità di P.S., al Questore, al Prefetto e al sindaco di Roma, nonché allla Procura della Repubblica. Nessuno però sarebbe intervenuto per liberare gli stabili.

Il sequestro

Il 17 luglio 2014, oltre un anno dopo le denunce, la Procura di Roma ha presentato richiesta di sequestro preventivo al gip che nell’agosto 2014 ha disposto il sequestro dell'immobile che è comunque rimasto occupato. La sentenza fissa le responsabilità e calcola il risarcimento da quel momento in poi.

Le motivazioni

Sempre ad agosto 2014, rileva il giudice, la Questura, tramite la Digos, è stata però incaricata dal pm a procedere per l’esecuzione del sequestro preventivo. Nulla però è stato fatto, "nonostante l’esistenza - si legge nella sentenza - di un provvedimento giudiziario vincolante emesso a tutela anche dell’interesse individuale del singolo, in quanto persona offesa del reato di invasione arbitraria di edifici". Secondo il tribunale civile romano dopo che il gip aveva sottoposto l'immobile a sequestro preventivo le forze di polizia erano vincolate, nella attività di tutela dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza e del rispetto delle leggi, ed in particolare nella tutela della legalità, ad intervenire nell’interesse del singolo. Cosa che non sarebbe però avvenuta. 

Il risarcimento

Per il risarcimento del danno, il giudice ha stabilito che fa data dal settembre 2014, in quanto solo un mese prima era stato disposto il sequestro preventivo. Il consulente tecnico d'ufficio ha stimato il danno in 266.672 euro al mese fino a quando non sarà sgomberato l'edificio. Ad oggi, compreso dicembre 2017, sarebbero 40 mensilità. In totale oltre 10 milioni e 600 mila euro da risarcire.

La posizione del Viminale

Il Viminale ha già presentato appello contro la sentenza e intanto ricorda che secondo le nuove disposizioni fissate dal ministro Minniti spetta "ai prefetti la pianificazione degli interventi, ma soprattutto il coinvolgimento dei sindaci nella 'mappatura' delle situazioni a rischio e nella necessità di trovare soluzioni alternative per fare fronte all’emergenza abitativa".

Il plauso alla sentenza di Confedilizia

“Si tratta – ha detto il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – di una sentenza importantissima, che fa giustizia di una situazione di illegalità che, nel caso in questione, si protraeva da oltre quattro anni. Confidiamo che essa sia di monito per la politica affinché questa intervenga in modo deciso per interrompere il fenomeno delle occupazioni abusive in atto nel nostro Paese. Secondo i dati ufficiali, che abbiamo illustrato alla Camera, a Roma gli edifici occupati illegalmente sono 101 (con 11.600 occupanti), uno addirittura da 13 anni; a Reggio Calabria 110 (solo fra quelli popolari); a Torino 24; a Venezia 19”.

 

 

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