Truffa con gli abiti usati per i poveri: rivenduti per tre mln di euro

Cronaca
L'operazione condotta dal Noe di Milano (archivio Fotogramma)
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Arresti, perquisizioni e sequestri in un'operazione dei carabinieri del Noe di Milano: i vestiti raccolti, invece che ai più bisognosi, venivano ceduti a società commerciali

Raccoglievano abiti usati nel nord Italia grazie al marchio di una Onlus e, anziché destinarli a persone meno abbienti, li rivendevano a società campane o in Tunisia, incassando in totale circa tre milioni di euro. Arresti, perquisizioni e sequestri da parte dei carabinieri si sono svolti nella mattinata di martedì 28 novembre in Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania.

L'operazione dei carabinieri

Dalle prime ore di martedì gli uomini dell'Arma hanno dato esecuzione a diversi provvedimenti cautelari, oltre a perquisizioni e sequestri di beni in diverse regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria e Campania) a carico degli appartenenti a quella che viene definita una "strutturata organizzazione criminale attiva". Il valore dei beni sequestrati si aggira sui due milioni e 300mila euro.

Abiti rivenduti illegalmente

L'organizzazione, nascondendosi dietro il paravento di un'associazione no profit ligure, gestiva illecitamente la raccolta di vestiti usati, regalati da persone ignare della loro reale destinazione e quantificata in circa diecimila tonnellate di capi. Vari cassonetti venivano posizionati in maniera irregolare, cioè senza la necessaria autorizzazione da parte del comune, nella città di Milano e nelle province di Novara, Udine, Monza e Brianza: gli abiti raccolti, invece di essere dati a persone in condizioni di bisogno venivano venduti a titolari di società commerciali in Campania e Tunisia. Secondo l'inchiesta, grazie a questa truffa, gli indagati avrebbero realizzato "un ingiusto profitto quantificabile in circa tre milioni di euro". Come riporta la stampa locale, sono finiti agli arresti sia il vice presidente della Onlus, sia il titolare dell'azienda che materialmente dirigeva il traffico di vestiti. Ai domiciliari anche una segretaria dell'azienda.  

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