In quello che fu il villaggio olimpico sono accampate alcune decine di migranti: "Nessuno dovrebbe vivere così" dicono. È la prima volta che le telecamere entrano in questi luoghi
Fino ad ora nei sotterranei dell’ex Moi occupato a Torino non era entrato nessuno, nemmeno le autorità e i funzionari del Comune. Le nostre telecamere mostrano per la prima volta cosa c’è nelle palazzine dell'ex villaggio olimpico in cui dormono alcune decine di migranti.
Gli occupanti: "Nessuno dovrebbe vivere così"
Uno spazio immenso, trasformato nel corso degli anni in un labirinto di stanze divise da barriere di cartoni e pannelli di legno. Ci sono piccoli magazzini per stipare la merce e laboratori improvvisati dove si separano i metalli dai rottami recuperati in strada. E poi ci sono gli alloggi di fortuna. Materassi, scaffalature e cucine da campo. Non si sa di preciso quanti siano le persone che ci vivono, sicuramente una cinquantina ma si parla anche di centinaia. “Le persone non dovrebbero vivere così, qualcuno ci aiuti a trovare una casa” dicono ai microfoni di Pio d’Emilia che è riuscito a entrare grazie alla collaborazione di alcuni volontari del comitato di solidarietà per i migranti e lunghe trattative con gli occupanti.
"Non temiamo gli sgomberi"
Gli sgomberi in quello che fu il villaggio olimpico dovrebbero iniziare a fine settembre con l’obiettivo di riqualificare l’area entro il 2020. A partire proprio dagli scantinati, che si cercherà di rendere inaccessibili nel più breve tempo possibile. Il progetto coinvolge il Viminale, il Comune di Torino, la Regione Piemonte e la Compagnia di San Paolo per un costo complessivo che supera i 2 milioni di euro. “Si vuole cercare di creare un caso ma non abbiamo nessuna paura degli sgomberi” dicono gli occupanti.