È morto Giovanni Aiello, il controverso ex agente "Faccia da mostro"

Cronaca
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Ex poliziotto, 71 anni, è morto sulla spiaggia di Montauro, in Calabria, forse per infarto. Secondo molti avrebbe fatto parte dei servizi segreti. Compare nelle indagini su casi irrisolti della Procura di Palermo: da stragi di via D'Amelio e Capaci, a omicidi eccellenti

Giovanni Aiello, ex poliziotto della Mobile di Palermo noto come “Faccia da mostro”, è morto sulla spiaggia di Montauro, in provincia di Catanzaro. A stroncarlo sarebbe stato un malore, forse un infarto. Aiello, che secondo molti in passato è stato un agente dei servizi segreti ed è stato chiamato in causa nelle indagini su diverse vicende controverse (da stragi di mafia a omicidi eccellenti), aveva 71 anni.

Morto in una spiaggia della Calabria

Secondo le prime ricostruzioni, l’ex poliziotto è morto mentre cercava di riportare a riva la sua barca. Da anni l’uomo viveva a Montauro, sulla costa ionica calabrese, e si dedicava alla pesca. Sarebbe stato colpito da un infarto dopo aver trascinato l’imbarcazione sulla spiaggia insieme ad altri bagnanti. Quando Aiello si è accasciato, è stato subito soccorso. È stato anche utilizzato un defibrillatore, recuperato in una struttura balneare vicina. Per lui, però, non c’è stato nulla da fare. I sanitari del 118, al loro arrivo, hanno potuto solamente constatare il decesso.

I pentiti lo chiamavano “Faccia da mostro”

Giovanni Aiello era chiamato dai pentiti “Faccia da mostro” per la lunga cicatrice che aveva sul volto. Su come se l’era procurata, le ipotesi sono diverse: secondo alcuni era la conseguenza dell’esplosione di un ordigno, secondo altri una fucilata. Ufficialmente Aiello era un ex poliziotto in pensione, in congedo dal 1977, ma alcuni lo hanno descritto come un agente dei servizi segreti. Per anni, secondo i collaboratori di giustizia, si sarebbe aggirato come un'ombra nella Palermo delle stragi e degli omicidi eccellenti e sarebbe stato al centro di una ragnatela di mafia e apparati deviati dello Stato.

Al centro di vicende controverse

Più volte, in passato, Aiello è entrato nelle indagini su casi irrisolti aperte dalla Procura di Palermo. Il suo nome è stato associato alle stragi di via D'Amelio e di Capaci, al fallito attentato dell'Addaura, agli omicidi del vicequestore Ninni Cassarà e del poliziotto Antonio Agostino e di sua moglie incinta. È stato sentito da diversi giudici e nei verbali figurano parecchi “omissis”. Quattro procure e l'antiterrorismo hanno indagato su di lui. Considerato personaggio chiave di tanti misteri siciliani, non è mai arrivato a processo e ha sempre negato ogni coinvolgimento.

Gli avvocati: no sciacallaggio

Nei giorni scorsi il suo nome era tornato alla ribalta per i suoi presunti rapporti con Bruno Contrada, nell'ambito di una inchiesta della Procura di Reggio Calabria su un presunto patto stretto tra ‘ndrangheta e cosa nostra, negli anni delle stragi, per destabilizzare lo Stato. Nell’inchiesta reggina, sui mandanti degli attentati ai danni dei carabinieri compiuti in città nel 1994, Aiello era indagato da luglio per induzione a rendere dichiarazioni false all'autorità giudiziaria. “Giovanni Aiello è morto da innocente, da mesi la Procura di Palermo aveva archiviato le indagini a suo carico. La famiglia, dopo anni di sofferenze, non merita ulteriori atti di sciacallaggio”, hanno detto gli avvocati difensori Eugenio Battaglia e Ugo Custo.

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