Licata, sfiduciato il sindaco che lotta contro l'abusivismo

Cronaca
Angelo Cambiano in una foto d'archivio
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Angelo Cambiano, 36 anni, è stato eletto meno di due anni fa ed è conosciuto per le sue battaglie anti-abusivi. Più volte minacciato e vittima di intimidazioni, vive sotto scorta. "Sono deluso", dice. E aggiunge: tutti sanno perché mi hanno cacciato

“Sono deluso e amareggiato”. Angelo Cambiano è il primo cittadino di Licata, in provincia di Agrigento, ed è conosciuto come il sindaco “demolitore” per le sue battaglie anti-abusivi. O meglio: Cambiano era il primo cittadino di Licata. Ieri sera è stato sfiduciato dal consiglio comunale.

La mozione di sfiducia

Angelo Cambiano vive da tempo sotto scorta, perché più volte ha ricevuto minacce di morte. Contro di lui ci sono state anche diverse intimidazioni, come l’incendio di due case di famiglia. A favore della sfiducia sono arrivati ventuno voti, uno in più del quorum necessario. La mozione era stata presentata da sedici consiglieri comunali: contestano al sindaco scelte sbagliate che avrebbero fatto arrivare meno risorse nelle casse comunali. “Il vero motivo lo sanno tutti qual è, ma non hanno il coraggio di dirlo”, ha commentato Cambiano. Insegnante di matematica, era stato eletto meno di due anni fa ed era diventato il simbolo della lotta contro l'abusivismo nella costa di Licata, dove sono in corso le demolizioni su ordine della magistratura in un clima di costante tensione. Cambiano ha annunciato che impugnerà la sfiducia, perché “le motivazioni riportate nella mozione sono solo bugie”.

“Amareggiato dalla politica”

Il sindaco ha parlato anche ai microfoni di Radio Capital. “Ho avuto minacce di morte, proiettili, due case incendiate. Se questa è la fine che fanno gli amministratori che fanno solo il loro dovere –ha detto – vuol dire che è una classe politica inadeguata, alla ricerca solo del consenso elettorale. Non accetto chiamate e solidarietà a posteriori. Sono amareggiato dalla politica e dalla sua falsità. Quella di demolire immobili non è stata una mia scelta politica. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate”. Cambiano ha accusato chi, dopo la sua sfiducia, “potrà strizzare l'occhio agli abusivi promettendo un condono per un pugno di voti in più”. E ha aggiunto: “Mi rimbombano le parole del ministro Alfano, che da capo del Viminale venne a Licata e disse: ‘È  finito il tempo della politica che coccola gli abusivi’. Ieri, però, i consiglieri comunali di Alternativa Popolare hanno votato la sfiducia”. “Licata – ha concluso Cambiano – non è una città di delinquenti. Ho 36 anni, sono padre da 9 mesi, sono abituato alla paura, vivo sotto scorta. Per ora dalla prefettura non ho sentito nessuno. Vorrei riappropriarmi solo della mia vita”.

Legambiente: “Pagina triste della democrazia”

A sostegno di Cambiano si è schierata Legambiente Sicilia. “La mozione di sfiducia al sindaco Cambiano è una delle pagine più tristi e brutte della democrazia italiana. La politica siciliana ha scritto un'altra pagina di vergogna, perché non ha saputo difendere un uomo delle istituzioni che ha fatto solo il suo dovere”, ha detto il presidente Gianfranco Zanna. Solidarietà via Twitter, con l’hashtag #IostoconCambiano, anche dal deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini, segretario regionale Sicilia occidentale.

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