Il presidente Saccani dopo la decisione della Regione Lazio di azzerare i prelievi dal lago di Bracciano dal 28 luglio: "Atto abnorme e illegittimo". Raggi: "Trovare soluzione". Probabili disagi per 1,5 milioni di romani
"In sette giorni non troveremo altra soluzione che razionare l'acqua a 1,5 milioni di romani, alle attività produttive, turistiche, ai palazzi delle istituzioni, al Vaticano: questo succederà. Non faremo il bene dell'immagine della Capitale d'Italia". È questo il commento del presidente di Acea Ato 2, Paolo Saccani, a Sky Tg24, sull’emergenza acqua a Roma e sulla scelta della Regione di azzerare ogni prelievo della risorsa idrica dal bacino del lago di Bracciano, entro e non oltre le ore 24 del giorno 28 luglio prossimo, per consentire così il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità.
Acea: "Atto Regione abnorme e illegittimo"
"Riteniamo questo atto della Regione Lazio abnorme e illegittimo ma soprattutto inutile rispetto alla tutela del lago" da cui Acea "sta derivando 86 mila metri cubi al giorno", ha spiegato Saccani, "a cui corrisponde un abbassamento di 1,5 millimetri. Il lago di Bracciano è profondo 164 metri". Saccani ha anche precisato: "Noi l'acqua non la fabbrichiamo, le soluzioni strutturali le abbiamo proposte alla Regione Lazio con una mia lettera del 4 luglio. Il problema delle perdite c'è, non lo neghiamo. Sono un male nazionale, non di Acea. L'azienda su mandato dei sindaci ha investito negli anni scorsi in fognatura e depurazione, perché lì era l'emergenza, non è una responsabilità di Acea".
Zingaretti: "Sta finendo acqua a Roma, problema grave"
Mentre proseguono le polemiche, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha ricordato che il "livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo sette giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c'è ed è grave. Sta finendo l'acqua a Roma".
Raggi: "Trovare soluzione per garantire acqua a Roma"
Sulla questione è intervenuta anche il sindaco della Capitale, Virginia Raggi: "Chiaramente la mia preoccupazione come sindaca di Roma è che sia fatto tutto il possibile per assicurare l'acqua ai cittadini, agli ospedali, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali. Mi auguro che Regione e Acea trovino quanto prima una soluzione condivisa. Va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani". Il sindaco ha anche ribadito che "come amministrazione capitolina siamo stati i primi a denunciare la situazione drammatica del lago di Bracciano". Acea, secondo quanto riferito dal sindaco, avrebbe ridotto la captazione di acqua dal bacino di Bracciano negli scorsi mesi e in breve tempo sarebbe "passata da 1.500 a 900 litri al secondo. Allo stesso tempo l'azienda sta monitorando e riparando la rete idrica per mettere fine alle dispersioni. Insomma un bel cambiamento rispetto al passato. Spero che soluzioni siano trovate quanto prima da Regione e Acea".
Pd: da Acea "terrorismo", auspicabile intervento Raggi
I parlamentari Dem sulla questione, però, ricordano che "lo scorso 7 luglio, alla presenza della Regione Lazio e dei sindaci dei paesi del lago, il presidente Saccani ha ribadito che le captazioni dal bacino lacustre incidevano appena per l'8% del fabbisogno di Ato 2. A riguardo, dunque, si evince che il venir meno dell'apporto del lago non avrebbe comportato una situazione così allarmante come Acea oggi vuol far pensare". Per i parlamentari, a questo punto, "è auspicabile un intervento serio e rigoroso anche della stessa Virginia Raggi che non può continuare a fare melina e lasciare le responsabilità esclusivamente agli altri".
Galletti: situazione critica a Roma
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell'Ambiente Galletti: "C'è da scongiurare innanzitutto un danno ambientale per il lago di Bracciano e allo stesso tempo evitare un disagio forte a migliaia di cittadini romani" ha scritto in una nota. "Il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta - continua - permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale".
Martina: Governo pronto a intervenire
Il governo è pronto a intervenire per arginare l’emergenza siccità. "Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica". Ha annunciato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina che ha spiegato che sono state attivate misure di contrasto all'emergenza: "Sono tre gli assi di intervento: attivazione del fondo di solidarietà nazionale, aumento degli anticipi dei fondi europei Pac, 700 mln per il piano rafforzamento delle infrastrutture irrigue".