I sette leader hanno firmato un testo congiunto dove viene affrontato il tema del ruolo di internet e dei social network, della prevenzione della radicalizzazione, il problema dei finanziamenti e l’importanza dell’inclusività sociale. LO SPECIALE - VIDEO
Da internet ai social network, dall’attentato di Manchester ai foreign fighters. Ma anche cultura e inclusione sociale. Sono questi alcuni dei principali passaggi della Dichiarazione congiunta contro la lotta al terrorismo, divisa in 15 punti e stabilita dai Sette Grandi nel corso del g7 di Taormina.
Il cordoglio per le vittime di Manchester
La Dichiarazione si apre con il cordoglio alle "famiglie delle vittime del brutale attentato terroristico a Manchester. Condanniamo nei termini più forti possibili il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni".
La lotta alla radicalizzazione
"Resta una priorità assoluta contrastare il terrorismo e l'estremismo violento, atti che hanno colpito i membri del G7 ma anche altre regioni del mondo indipendentemente da Paese, nazionalità o credo - si legge nel documento - Siamo uniti nello sforzo di fare in modo che i nostri cittadini siano sicuri e che i loro valori e modi di vita siano completamente preservati e prenderemo tutte le azioni più forti possibili per trovare, identificare e punire i terroristi e coloro che sostengono le loro attività. Il nostro sistema condiviso di valori e norme, il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali e i principi su cui le nostre società sono costruiti rimarrà un faro della nostra comune azione".
Dagli impegni alle azioni
"Il brutale attentato di Manchester dimostra che dobbiamo raddoppiare gli sforzi per trasformare gli impegni in azione", per questo viene preannunciato un incontro a breve dei ministri degli Interni.
Web e social media
"Combattere il cattivo uso di internet da parte dei terroristi che è diventato un potente strumento e appello ai social media perché aumentino il loro sforzo per vigilare sui contenuti a rischio".
I foreign fighters
"Lotta ai foreign fighters che si disperdono dai vari teatri del conflitto, dando risorse per aumentare la capacità dei Paesi di transito e destinazione di fronteggiare la minaccia dei combattenti. Il G7 offrirà risorse per individuare un percorso legale che li riporti nei loro Paesi di origine".
Stop ai canali di finanziamento
"Il G7 si concentrerà nello sforzo di tagliare i canali di finanziamento ai terroristi e riconoscere l'importanza di condividere le informazioni tra i 7 Paesi. C'è l'impegno a rafforzare la cooperazione tra le agenzie di frontiera. I finanziamenti sono il sangue vitale dell'estremismo violento e del terrorismo, chi radicalizza i giovani in giro per il mondo e minaccia i nostri interessi nazionali.
Il ruolo della cultura
"Siamo convinti del ruolo distintivo della cultura come strumento per combattere il terrorismo: coltivare la cultura è un modo per rafforzare tolleranza e dialogo attraverso i popoli, comprensione reciproca, pluralismo religioso e rispettare la diversità". Si sottolinea l'impegno a proteggere il patrimonio culturale e "contrastare il saccheggio dei beni archeologici che diventa una fonte di finanziamento del terrorismo".
La lotta alla povertà
"Poiché la mancanza di inclusività sociale ed economica e di opportunità può contribuire al proliferare del terrorismo e dell'estremismo violento, il G7 punta a un approccio comprensivo che tenga insieme sicurezza, inclusione sociale e sviluppo. Gli sforzi del G7 per promuovere pluralismo, tolleranza, uguaglianza di genere così come il dialogo interculturale e religioso rafforzeranno l'efficacia della nostra azione contro il terrorismo".